[09/03/2010] News
LIVORNO. L'India ha ufficialmente aderito all'Accordo di Copenhagen. Lo ha annunciato oggi il ministro dell'ambiente e delle foreste Jairam Ramesh davanti al Parlamento di New Delhi. «L'india ha accettato di aggiungersi alla lista dopo un attento esame - ha detto Ramesh - Mettere il nostro cappello su questa lista significa che abbiamo partecipato ai negoziati di Copenaghen sull'Accordo e che noi siamo per l'accordo. L'India lo scorso mese ha ricevuto una lettera dalla United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc) che chiedeva se il nostro Paese voleva entrare a far parte dei Paesi elencati nel paragrafo introduttivo dell'Accordo».
L'accordo prevede un limite di 2 gradi di aumento della temperatura media del pianeta e la creazione di un fondo di 30 miliardi di dollari l'anno tra il 2010 e il 2012 e di 100 miliardi all'anno nel periodo post-Kyoto 2013-2020.
Secondo quanto riporta l'agenzia Ians, l'India avrebbe già comunicato la sua decisione al segretariato dell'Unfccc, ma con tre condizioni ricordate da Ramesh ai parlamentari del Lok Sabha: «Primo, l'accordo è un documento politico e non è giuridicamente vincolante. Non contempla risultati. Secondo, l'accordo di Copenaghen non è un separato,non traccia negoziati al di fuori dell'Unfccc. Terzo, l'obiettivo dell'accordo di Copenaghen è quello di ottenere un consenso in seno all'esistente e in corso al processo di negoziati multilaterali "two-track " nell'ambito della Convenzione quadro».
Secondo Ramesh l'adesione definitiva all'Accordo di Copenhagen rafforzerà la posizione negoziale dell'india sul cambiamento climatico ed ha aggiunto che «L'accordo potrà avere un valore se le aree di convergenza che comprende verranno utilizzate per aiutare le Parti a raggiungere i risultati concordati nel quadro dei negoziati multilaterali delle "two tracks" dell'Onu.
New Delhi si aggiunge così agli altri Paesi del Basic (Brasile, Sudafrica e Cina) che hanno già comunicato la loro adesione, resta fuori solo un unico grande inquinatore: la Russia putiniana dello stato-mercato energetico.
Non a caso Ramesh ha sottolineato che «La Cina ha espresso il proprio sostegno all'accordo con una comunicazione indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite. Molti altri Paesi del G77 hanno aderito all'accordo». Il ministro dell'ambiente ha voluto cosi tranquillizzare buona parte del Parlamento indiano che teme un ulteriore deterioramento con il G77, il gruppo dei Paesi in via di sviluppo che avevano ottimi rapporti con Cina ed India molto raffreddatisi dopo Copenhagen.