[10/03/2010] News
RIETI. Il Centro sperimentazione autosviluppo (Csa) è un'associazione di donne che opera nel sud-ovest della Sardegna per un modello economico alternativo, rilocalizzato, sostenibile. Fra le loro numerose iniziative: progetti di filiere corte con artigiani e produttori agricoli, ospitalità nelle case (le "domus amigas"), recupero di antiche conoscenze, educazione ambientale, ecologia del quotidiano. La Sardegna oltretutto è una regione le cui donne sembrano più di altre mantenere tradizioni di cura e saper fare.
Così un soggiorno presso di loro, anche di breve durata e in qualunque stagione, permette di venire a contatto con tante idee e pratiche da portare a casa. Ecco alcune autoproduzioni colà apprese. Le destiniamo a chi non può andare sul posto.
1. Facciamo le conserve in casa? E' cosa buona ed ecologicamente giusta ma c'è chi ne è trattenuto dalla paura del botulino, spora mortale che si sviluppa in ambiente anaerobico, come i vasetti di conserve. Ecco che l'apicoltore Roberto Piras suggerisce il rimedio dei rimedi: l'alcol da liquori, che inibisce la formazione del botulino. Basta far passare un po' su tutta la superficie interna dei vasetti lavati e dei coperchi (da cambiare ogni volta a differenza dei vasetti); lo stesso alcol potrà passare da un vasetto all'altro. Una volta invasato il prodotto, dolce o salato, aggiungervi un cucchiaio di alcol. Il gusto non cambia e la conserva è protetta.
2. Laura, ex insegnante elementare, riscoprendoi giocattoli delle nonne, costruiva con i bambini delle bambole bellissime con stracci, in modo ultrasemplice. Per il corpo, si piega in due nel senso della lunghezza un pezzo di tessuto spesso; poi lo si piega a metà nel senso opposto. Nella piega che ne deriva si inseriranno dei fili di lana nera o gialla trattenuti da un nodo, per fare i capelli, e un altro straccio più piccolo, piegato in due, per fare le braccia. Poi alcuni punti scuri per gli occhi e rossi la bocca, e con altri pochi punti si cuciono addosso a questa "croce" i vestitini, operazione resa più facile da un nastro che tratterrà in vita il tutto.
3. Volete cucire qualcosina di semplice (magari uno shopper per la spesa di stoffa riusata) ma a) non vi piace usare l'elettricità della macchina da cucire moderna, b) trovate troppo difficile e anche ingombrante la macchina a pedali? Anna, che a Villamassargia coltiva ed essicca erbe aromatiche, le confeziona anche in bustine di tela autoprodotte con una bellissima, antica, minuta e facilissima da usare macchina da cucire a manovella. Su ebay se ne trovano tante; assicurarsi che siano funzionanti.
4. Utilizzare anche le scorze di agrumi? Ecco qua come realizzare ottimi canditi per torte. Sbucciare due arance prelevando solo la scorza colorata con la parte bianca sotto, senza per asportare pellicine o polpa. Tagliare la scorza a strisce larghe mezzo centimetro circa. Scaldare un pentolino di acqua e, quando bolle, tuffarvi le scorze. Lasciarle bollire per mezzo minuto, scolarle e ripetere questa operazione altre due volte. Ha il duplice scopo di eliminare parte dell'olio essenziale amaro della scorza, di eliminare impurità e prodotti usati per la coltivazione e di ammorbidire le scorze. Mettere 200 grammi di zucchero in un pentolino e unire 1,5 dl di acqua. Portare a ebollizione e tuffare le scorzette in questo sciroppo. Abbassare la fiamma al minimo e lasciar cuocere, con il coperchio, per un'oretta circa. Alla fine le scorzette saranno traslucide. Ogni tanto, durante la cottura, controllare che lo sciroppo non sia del tutto evaporato e che non inizi a bruciare. Alla fine togliere le scorzette con una forchetta e sistemarle su una griglia. Lasciarle asciugare molto bene, per almeno 24 ore. Tuffare le scorzette in una ciotola di zucchero semolato e mescolare bene, poi prelevarle e scuoterle per eliminare lo zucchero in eccesso.
5. Lavatrice a... scuotimento: lo stesso Roberto ha inventato questo sistema per non avviare la lavatrice continuamente e al tempo stesso non condannarsi a strofinare a mano il piccolo bucato (biancheria, calze, magliette). Si prende un bidone di plastica come quelli per le tinte murali (meglio quelle bio), si inserisce la biancheria e poi acqua caldissima saponata (sapone marsiglia a scaglie). Scuotere velocemente per un po', mimando i gesti di quei baristi che fanno la bevanda un po' idiota chiamata "caffé shecherato" (caffé caldo poi mescolato a ghiaccio che lo raffredda e lo rende spumoso). Lasciare in ammollo. Per la grandezza del bidone o bidoncino e la quantità della biancheria da inserire, considerare appunto che poi dovremo scuoterlo per qualche minuto.
6. Con i legni spiaggiati, e perfino alcuni rifiuti spiaggiati, che fare? Francesca e Massimo di Siliqua - marchio "Is femmineddas" - ci ricavano bellissimi oggetti, come quelli della foto, senza dover lavorare di scalpello o sega e nemmeno colorare (i rifiuti legnosi spesso hanno un bell'effetto colorato e scolorito). Quindi oggetti del tutto eco. Lo chiamano "artigianato sardo" e di fatto, per gli attori e per il luogo del ritrovamento della materia prima, lo sono molto di più di tanti oggetti pseudoartigianali in realtà fatti...in Cina. Possiamo provare a imitarli.
7. Nel comune di Villamassargia, c'è S'Ortomannu, luogo magico che almeno parzialmente possiamo imitare. Si tratta di un'ampia are popolata di antichi ulivi, vecchi di secoli; la loro cura - potatura, accadimento, coccole, raccolta olive - è affidata in adozione alle famiglie della zona. Ogni famiglia ha un albero. Potrebbe essere un'idea da applicare altrove, e anche ad alberi non così "patriarchi".
E da un'altra isola, la Sicilia, l'associazione Siqillyàh, con il suo portale delle economie diverse, indice ilo concorso "Io lo so fare", ispirato dall'omonimo libretto edito da Altreconomia. Chiunque sia forte in un'autoproduzione consulti il link: http://www.siqillyah.eu/filesesterni/losofare.pdf e buona partecipazione!