[10/03/2010] News toscana

La “biodiversità nella scienza e nell’arte” tra bio-economia e società della conoscenza

FIRENZE. Quali i legami tra le incoerenze della concezione evoluzionistica darwiniana "classica" e il fallimento del paradigma di sviluppo economico e industriale fin qui adottato, e imploso negli ultimi due anni con la crisi economica, finanziaria ed ambientale? E come l'arte pittorica, la fotografia molecolare e il teatro possono contribuire al mantenimento e alla ricostituzione della biodiversità sempre più velocemente erosa a causa dell'insostenibilità del modello di sviluppo predominante (anche) rispetto alla parte vivente del patrimonio naturale?

Più che domande, questi ed altri sono da considerarsi spunti di riflessione, così come una riflessione approfondita si rende necessaria davanti alle sfide rappresentate dalle biotecnologie, e da quella loro branca determinante che porta alla creazione di "nuove specie" derivanti da ingegneria genetica. Una materia che non può essere affrontata in termini emotivi e che non può essere criticata attraverso l'enunciazione di comodi slogan banalizzanti, ma che non può nemmeno essere analizzata prendendo come ispirazione determinante una fiducia ottocentesca nel "positivo percorso di sviluppo della società e della scienza", poiché ancora tanti sono i punti oscuri e le non-evidenze sperimentali riguardo all'impatto degli ogm sulle società umane, sugli ecosistemi e, in ultima analisi, sulla biodiversità.

E, in generale, occorre definire le migliori strategie di riconversione dell'economia, in particolare del comparto delle pmi dedite alla produzione agricola e meccanica, verso un sistema che prenda la formazione permanente, e in generale la condivisione delle conoscenze, come i nuovi paradigmi fondamentali del suo funzionamento, in direzione di una bio-economia che possa garantire il benessere ma contemporaneamente anche la rigenerazione della biodiversità e la riduzione dell'inquinamento sotto tutte le sue molteplici forme.

Di questi e di altri svariati temi (comprese anche le più generali tematiche della green-economy, e dei suoi aspetti occupazionali, ma anche l'agricoltura sostenibile e la diversità biologica dei mari toscani, che sarà discussa da Sonia Cantoni e Fabrizio Serena di Arpat) si è discusso oggi a Firenze nel convegno "La biodiversità nella scienza e nell'arte". L'incontro, organizzato dal network Egocreanet, incentrato sul laboratorio Ricerca educativa presso il dipartimento di Chimica dell'università di Firenze, in collaborazione con il consorzio Eurosportello di Confesercenti e con Tinnova (l'azienda speciale delle Camere di commercio di Firenze e Prato), si inserisce all'interno delle iniziative previste per l'anno internazionale della biodiversità.

La giornata si è snodata su quattro macro-temi fondamentali: lo sviluppo di un pensiero critico nella scienza e nell'arte («per promuovere la comprensione della complessità degli equilibri naturali che generano la diversificazione del sistema vivente, quale risposta evolutiva ai cambiamenti dell' ambiente»), il dibattito sulla perdita di diversità biologica («che provoca una diminuzione di plasticità di adattamento al cambiamento dell' eco-sistema, che oggi consegue ai processi di inquinamento ed alle modificazioni del clima, effetti che complessivamente vanno a incidere pesantemente sulla effettiva sostenibilità del modello industriale di sviluppo»), la condivisione di idee, riflessioni ed esperienze («per poi esplorare come far progredire e diffondere, sia con l' arte che con la scienza, la necessita di rigenerazione della diversità biologica e di miglioramento dell' eco-sistema, al fine di sostenere una nuova progettualità coerente con le necessita vitali dello sviluppo futuro») e la valutazione delle possibili «strategie di riconversione delle Pmi della produzione meccanica e agricola allo scopo di ottimizzare lo sviluppo della "knowledge based bio-economy", guidato dalla rigenerazione della biodiversità e dalla riduzione dell'inquinamento nell'ecosistema».

Il punto focale del meeting è, come sostiene il presidente di Egocreanet Paolo Manzelli nella relazione d'apertura, quello riguardante l'obiettivo di un «netto superamento interdisciplinare delle concezioni che hanno dato fondamento alla società industriale le quali purtroppo sono in netta decadenza anche in quanto non sono riuscite ad inquadrare creativamente le problematiche che riguardano le dinamiche contemporanee che sussistono tra conservazione e generazione della biodiversità della vita sulla terra».

 

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