[11/03/2010] News toscana
LIVORNO. Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) e Legambiente Lunigiana sono molto soddisfatte per il successo avuto dalla manifestazione del 7 marzo indetta in occasione della terza giornata nazionale delle ferrovie dimenticate per chiedere il riutilizzo a fini ippo-ciclo-pedonali del tracciato abbandonato della ferrovia pontremolese da Santo Stefano Magra alla Chiesaccia.
Più di 60 sono partiti dal Museo di San Caprasio di Aulla diretti alla Chiesaccia di Fornoli, il gruppo si è rinfoltito con l'arrivo di cicloamatori della Fiab provenienti da Genova, e la ciclo manifestazione è terminata al castello di Terrarossa dove i ciclisti hanno incontrato i rappresentanti degli enti locali, tra cui l'assessore all'ambiente di Aulla Giovanni Schianchi, il sindaco di Licciana Nardi Albino Fontana e quello di Tresana Oriano Valenti.
Secondo Fiab e Legambiente, tutti gli amministratori «Si sono detti disponibili ad impegnarsi concretamente per arrivare in breve tempo a realizzare la Greenway, concordando nella necessità di chiedere a breve termine la convocazione di un tavolo tra le Ferrovie, gli enti locali e le associazioni promotrici. Il tavolo avrà lo scopo di superare lo scoglio dell'utilizzo del sedime del tracciato dismesso con una concessione in comodato per realizzare la tanto attesa Greenway per far circolare con mezzi "dolci" ciclisti, cittadini, pellegrini della Via Francigena, eco-turisti ed ippo-turisti in tutta sicurezza in un tratto di fondovalle che sulle strade è congestionato e rischioso».
Matteo Tollini, della segreteria regionale di Legambiente Toscana, ha detto: «Prendiamo atto con soddisfazione che gli enti locali stanno sostenendo la nostra proposta a favore di una mobilità sostenibile nell'area più urbanizzata della Lunigiana. La scommessa è sulla qualità della vita dei cittadini e sulla capacità di favorire le nuove forme di turismo emergenti come l'escursionismo religioso della Via Francigena o il cicloturismo che in Europa sono già realtà affermate. Non dimentichiamoci che la Greenway è già un progetto sostenuto economicamente dalla regione Toscana come forma di fruizione sostenibile delle Anpil del Fiume Magra».
Quella della Lunigiana non è stata la sola iniziativa in favore delle ferrovie dimenticate in provincia di Massa Carrara, i ciclisti organizzati dalla Fiab si sono dati appuntamento anche a Carrara per una passeggiata in bicicletta lungo quel che resta della ferrovia Marmifera, sia i tratti urbani che la vecchia stazione di cui la Fiab Ruotalibera Apuo-lunense chiede il recupero, e poi nel centro storico per una visita guidata.
La Fiab ha consegnato anche all'amministrazione comunale di Carrara un documento che chiedere il promesso piano d'intervento «per ripristinare quel che resta delle piste ciclabili ubicate su viale XX Settembre e per studiare il modo di restaurare il percorso ormai abbandonato che si trova ai margini della via Aurelia, in località Anderlino».
L'iniziativa era stata preceduta da una polemica lettera inviata al sindaco di Carrara da Alessandra D'Aietti per conto di Ruotalibera Apuo-lunense, nella quale tra l'altro si leggeva: «Siamo un'associazione legata alla Fiab nazionale che cerca di promuovere l'uso della bicicletta come strumento di contrasto al degrado. Al degrado sociale, perché un popolo in bicicletta è più contento e meno stressato, a quello culturale, perché chi va in bicicletta acquista consapevolezza della funzione politica e culturale del suo semplice gesto (...) Abbiamo l'occasione di creare un percorso ciclo-pedonale, sicuro, libero dalle auto, dotato di una pendenza minima, quindi percorribile da tutti, anche bambini e anziani, che si snoda dal Centro di Carrara fino al mare, e che in un tratto abbastanza lungo attraversa aree verdi, che potrebbe essere usato da tutti gli studenti delle superiori del Comune, da tutti i carrarini che vogliono raggiungere il mare in bicicletta, senza grande fatica, dai disabili, che potrebbero muoversi liberamente e in sicurezza, dalle famiglie. Possediamo infatti il vecchio tracciato della Marmifera, ancora in parte intatto. Possiamo farlo rivivere e destinarlo a diventare uno spazio pubblico, nostro, da usare».