[11/03/2010] News
ROMA. Greenpeace, Lav, Legambiente, Marevivo e Wwf in un comunicato congiunto «Accolgono con favore l'accordo raggiunto ieri dal Coreper, il Consiglio dei rappresentanti permanenti dell'Unione Europea, che prevede l'inclusione del tonno rosso nell'Appendice I della Convenzione Cites e la conseguente messa al bando del commercio internazionale. I 27 membri Ue si uniscono così al già folto gruppo di sostenitori della Proposta, come gli Stati Uniti che insieme all'Ue sono i maggiori assegnatari delle quote di tonno rosso».
Le cinque associazioni ambientaliste auspicano che «Alla prossima Conferenza delle Parti, che si terrà a Doha dal 13 al 25 marzo, l'Unione europea riesca a far comprendere a tanti altri Paesi la necessità di agire con urgenza per la conservazione del tonno, così come degli squali, del corallo, delle specie di piante che si vuole inserire in Cites e di tutte quelle specie per cui vi siano chiari segni di necessità di controllo del commercio».
Per Greenpeace, Lav, Legambiente, Marevivo e Wwf , però la messa al bando del commercio internazionale del tonno rosso, conseguente all'inclusione nell'Appendice I, deve «attuarsi a partire dalla decisione di inclusione e, soprattutto, senza inutili ritardi», mentre in molti, comprese organizzazioni della pesca e governi sono per una moratoria e uno slittamento dei tempi.
Gli stati membri della Conventzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione (Cites) hanno proposto nuove misure per la protezione e l'utilizzo sostenibile di tonno rosso, elefanti, e di diverse specie di squali, coralli, rettili, insetti e piante. Oltre 40 proposte che verranno s discusse a Doha, la capitale del Qata alla Cop15 della Cites e alcune delle quali prospettano anche la cessazione o mitigazione della protezione per alcune specie considerate ormai "fuori pericolo".
La maggioranza delle proposte riflettono però la crescente preoccupazione a livello internazionale di fronte all'accelerazione della distruzione degli ecosistemi marini e forestali del pianeta.
Per il segretario generale della Cites, Willem Wijnstekers, «Il tema marino della conferenza della Cites di quest'anno è particolarmente azzeccato. Conferma la tendenza che è iniziata nel 2002. La Cites è sempre più considerata come uno strumento inaggirabile per raggiungere gli obbiettivi di ricondurre gli stock esauriti di pesci ad un livello di rendimento massimo sostenibile entro il 2015, come convenuto al Summit mondiale di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile».
Le altre questioni che discuterà la Cop15 di Doha sono: l'adozione di misure urgenti contro il commercio illegale di parti di tigri, di rinoceronti e di altre specie a rischio estinzione; l'esame degli impatti delle misure Cites sui mezzi di sussistenza dei poveri e in ambiente rurale, che sono spesso in prima linea nell'utilizzo e gestione delle specie selvatiche; quali siano le risorse finanziare sufficienti che occorre allocare affinché la Cites possa raggiungere pienamente i suoi obiettivi.
Achim Steiner, il direttore del Programma Onu per l'ambiente (Unep), che amministra il segretariato della Cites, sottolinea che «Il 2010 sarà un anno decisivo per la biodiversità che dovrà segnare una svolta nel ritmo di impoverimento della biodiversità di importanza economica. Il 2010 deve quindi veder emergere un nuovo impegno ed un raddoppio degli sforzi da parte della comunità internazionale per raggiungere questi obiettivi. La Cites costituisce un elemento essenziale per affrontare questa sfida. Garantendo una regolamentazione appropriata del commercio internazionale delle specie selvatiche, la Cites contribuisce a proteggere la biodiversità del pianeta del sovra-sfruttamento e ad assicurare una gestione sostenibile e più efficace di questo patrimonio naturale».