[11/03/2010] News toscana
SIENA. Nei giorni 4 e 5 Marzo 2010, sono state pubblicate numerose notizie sia on-line che su alcuni dei principali quotidiani italiani riguardanti lo spiaggiamento di alcuni delfini della specie stenella striata (Stenella coeruleoalba) lungo la costa toscana (Orbetello - Livorno) nella settimana a cavallo tra febbraio e marzo 2010. Più volte è stata citata l'Università di Siena come responsabile delle indagini effettuate su questi cetacei sia per le analisi ecotossicologiche che per quelle patologiche. Teniamo a precisare che nessun materiale biologico, né tantomeno nessun esemplare, sono stati inviati nella struttura suddetta per l'effettuazione di tali esami diagnostici.
Risulta invece, dalle informazioni a nostra disposizione, che tali esemplari siano stati smaltiti in discarica, almeno i primi quattro, senza aver realizzato il prelievo dei diversi campioni di tessuti ed organi che di prassi viene effettuato anche su esemplari in cattivo stato di conservazione o, addirittura, in putrefazione per la valutazione dei livelli dei principali contaminanti ambientali quali organoclorurati ed idrocarburi policiclici aromatici. E' infatti proprio a questi tossici lipoaffini, conosciuti per essere cancerogeni, teratogeni, mutagenici, estrogenici e soprattutto immunosoppressori, che è legato il pericolo tossicologico dei cetacei, che non solo bioaccumulano grandi quantità di questi composti, ma che sono caratterizzati da una scarsa capacità di metabolizzarli e, quindi, di eliminarli dall'organismo. Lo stato tossicologico degli esemplari di stenella striata rinvenuti spiaggiati lungo le coste toscane in questi giorni, non può essere dedotto a priori semplicemente conoscendo la buona qualità, da un punto di vista di inquinamento, delle acque di questo litorale.
L'ampia mobilità di questi cetacei in Mediterraneo ed, in particolare, la loro posizione nella catena trofica (top predators marini) fanno si che la principale via di assunzione di queste sostanze lipoaffini sia quella alimentare. Le nostre indagini su esemplari spiaggiati e free-ranging di stenella striata ma, anche delle altre specie di cetacei mediterranee, iniziati dai primi anni '90 ed attestate da numerose pubblicazioni internazionali, hanno evidenziato che i cetacei del Mar Mediterraneo e, in particolare, del Mar Ligure, hanno livelli di contaminanti lipoaffini di un ordine di grandezza superiori a quelli delle stesse specie oceaniche. Per quel che riguarda l'epidemia da Morbillivirus diffusasi nel Mar Mediterraneo alla fine degli anni '80 fino al 1992 e che portò alla morte numerosi esemplari di stenella striata, è stata individuata un'elevata correlazione tra contaminazione da PCB ed altri organoclorurati (OC) presenti negli organi e tessuti degli esemplari deceduti, ed il fenomeno infettivo, probabilmente per una compromissione del sistema immunitario negli esemplari con i livelli di questi xenobiotici più elevati.
A tal proposito bisogna inoltre ricordare che un'approfondita indagine sulle cause di morte, tra cui quelle legate al Morbillivirus o ad altri agenti patogeni, può essere effettuata solamente da veterinari esperti su questi mammiferi nelle apposite sale da necroscopia e mediante l'ausilio di adeguate tecniche d'indagine immunoistochimica e biomolecolare. Ciò non è stato effettuato su questi esemplari e quindi nessuno può parlare di quali siano le reali cause della loro morte se non, al massimo, evidenziare un evento anomalo in un periodo, iniziato nel 2007, in cui nel nostro bacino si è riaffacciato il Morbillivirus, anche se inizialmente/principalmente su un'altra specie: il globicefalo (Globicephala melaena).