[12/03/2010] News

Cile, gli sciacalli e le iene del cemento del terremoto che non vuole finire

LIVORNO. Quando il 17 gennaio vinse il secondo turno delle elezioni, Sebastián Piñera, il nuovo presidente di destra del Cile, non poteva certo augurarsi di peggio: il 27 febbraio il Paese è stato funestato da un terremoto distruttivo, le sue coste colpite da uno tsunami e repliche che fanno impallidire il sisma de L'Aquila si sono succedute senza tregua, fino a quella di 7,2 gradi della scala Richter che ieri ha scosso Santiago proprio mentre Piñera stava per fare il suo ingesso al salone di onore del Congreso Nacional per ricevere l'investitura e mettere così fine a 20 anni di governo della Concertación di centro-sinistra. Ma  Piñera sa anche che il vero pericolo lo aspetta fuori dal palazzo della Moneda, nelle strade del Cile piegato dal terremoto che sembra aver fatto saltare la coesione sociale e fatto venire alla luce il volto nascosto della povertà, della delinquenza e delle bande giovanili che hanno rimpolpato gli "sciacalli" disperati che hanno preso d'assalto negozi e supermercati. Nelle strade della "bianca" ed "europea"  Santiago si sono viste le stesse scene di razzia della "nera" ed "africana" Haiti. La destra, minoritaria in Parlamento, si troverà a gestire un Paese che è cambiato e cambierà ancora sotto le scosse e le macerie del terremoto. In tutto il Cile sono migliaia le famiglie senzatetto, e non tutte per colpa della natura. «Perché - dice il Centro di investigación e información periodistica (Ciper) - dopo gli orrori che sono emersi col terremoto e dal seguente tsunami, non sono pochi quelli che devono contenere l'ira per essere rimasti senza casa a causa di costruzioni con serie deficienze».

Da una prima ricognizione fatta nei comuni della Gran Santiago, il Ciper cita alcuni casi eclatanti, come quello di 23 edifici residenziali di meno di 15 anni, alcuni dei quali nuovissimi e in vendita, che hanno subito forti danni e un decreto di inabitabilità. Si annunciano migliaia di battaglie legali contro i costruttori e il Ciper sta mettendo nero su bianco i nomi delle aziende immobiliari (spesso legate al nuovo governo) che hanno realizzato gli edifici crollati e lesionati. Il 4 marzo scorso dei 2.338  immobili ispezionati dai tecnici del Ministerio de Vivienda il 20% sono stati dichiarati inabitabili: edifici residenziali, scuole, immobili commerciali e centri medici. E' vero che molte delle costruzioni collassate sono vecchie, ma troppe sono di recente edificazione «Che non dovrebbero aver registrato danni - scrive il Ciper - se, in teoria, i responsabili della loro costruzione avessero rispettato le norme antisismiche. Le immagini di moderni palazzi collassati hanno generato indignazione nell'opinione pubblica, specialmente le drammatiche scene del salvataggio delle vittime schiacciate dalle macerie dell'edificio Alto Río di Concepción, i cui 15 piani sono crollati al suolo già prima che la terra cessasse di tremare».

Va anche detto che i costruttori ed immobiliaristi cileni erano ben introdotti anche nei vari governi della Concertación e che l'ultima expansión urbana di Santiago è farina del sacco del governo Bachelet e si tradurrebbe in un'occupazione di terre agricole ed in un colossale guadagno  netto per i palazzinari che se li sono già accaparrati. Anche a Santiago, come a L'Aquila, c'era qualche iena che rideva e si fregava le mani la notte del terremoto. Le responsabilità delle imprese edilizie e immobiliari sono al centro della discussione, così come le licenze concesse generosamente dalle autorità municipali (e i mancati controlli).

Tra i maggiori costruttori degli edifici collassati ci sono le più conosciute imprese di Santiago e del Cile: Mujica y González Limitada, FGS, Sigro, Penta y Simonetti ed anche DPL e Ingevec che hanno formato un consorzio incaricato una delle opere più importanti del Bicentenario del Cile:il nuovo Quartiere generale dell'esercito che sorgerà in Avenida Blanco Encalada. La Dpl è anche l'impresa che ha edificato il palazzo di 19 piani del Central Park in Balmaceda che probabilmente dovrà essere demolito per gravi danni strutturali. Le grandi imprese edili cilene stanno preparando battaglioni di avvocati per non dover pagare indennizzi milionari ai proprietari delle case che hanno costruito. Intanto per cercare di fronteggiare l'indignazione della gente, si stanno offrendo di riparare le case e di pagare gli arredamenti distrutti e di dare indennizzi, ma solo se i proprietari rinunceranno a qualsiasi azione giudiziale. Ma anche i cittadini si stanno organizzando con l'aiuto di associazioni che stanno ribattendo colpo su colpo alla campagna mediatica che dice che quel che è accaduto era inevitabile.

In questo clima, l'immagine imprenditoriale di Piñera, di sbrigativo uomo del fare e di affari  che non ama troppo i vincoli, che tanto ha contribuito alla sua vittoria, rischia di diventare un handicap. Mariano Rendón, Coordinatore di  Acción Ecológica, ha chiesto al neo-presidente di riconsiderare la nomina ad Intendente Metropolitano (una figura chiave perché presenta io le modifiche del Piano regolatore al  Consiglio regionale) di Fernando Echeverría, attuale dirigente della Cámara de la Construcción, perché molti degli edifici costruiti dalle sue imprese nella Región Metropolitana hanno subito molti danni. «A Concepción, uno di questi ha un ordine di demolizione. Un altro a Huechuraba e diventato inabitabile. In quest'ultimo caso, lo stesso Echeverría ha riconosciuto che è stato costruito in "terreni cattivi". Beh, se qualcuno costruisce le fondamenta su "suelos malos" e dopo riconosce che il suo edificio è fortemente danneggiato, questo può significare solo due cose: o è altamente incompetente dal punto di vista professionale o, ancora peggio, sapeva perfettamente quel che faceva e non gli è importato di mettere a rischio le persone per guadagnare soldi e, quindi, ha un grave problema etico. In nessuno dei due casi  non pare che Echeverría sia in grado di capeggiare la ricostruzione di Santiago».

Per Patricio Herman, dell'associazione Defendamos la Ciudad, «Il dramma del Cile -- è che in materia di case, le sue autorità si sono date da fare perché il settore delle costruzioni private facesse quel che voleva, tenendo come unico limite quello di ottenere velocemente lucrosi guadagni. Esiste una stringente  norma antisismica (Nch 433) che cerca di evitare crolli, però paradossalmente nessuno la controlla, perche le  Direcciones de obras sono state smantellate. Nel 1997 è stata creata la figura dei revisori indipendenti, un lavoro svolto da professionisti ex funzionari municipali che non si intromettono nei calcoli strutturali e tanto meno nella revisione dell'adeguatezza dei materiali utilizzati negli edifici. Come del resto non c'è nessuna autoregolamentazione da parte del settore privato, il risultato è che dei dati che abbiamo a disposizione sono dovuti al lavoro giornalistico». Defendamos la Ciudad  si rivolge direttamente al governo: «L'opinione pubblica deve conoscere i nomi dei primi venditori degli edifici, condomini, costruttori e immobiliari, in modo che il mercato operi con trasparenza. Tra le altre cose si deve fare un catasto nazionale degli edifici crollati, indicandone il Rol Único Tributario (Rut) ed il numero dei soci. Inoltre, si devono sapere i nomi dei professionisti che parteciparono alla costruzione e, dopo un'indagine dettagliata, i tribunales de ética di collegi degli ingegneri, architetti e costruttori civili sanzionino in maniera esemplare i responsabili, oltre alle corrispondenti cause civili e penali. Perché ora lo sappiamo: le immobiliari i cui edifici non hanno adeguatamente resistito al sisma hanno abdicato ai loro impegni contrattuali e la maggior parte brilla per la loro assenza. Proponiamo di istituire  un'agenzia nazionale dipendente dal ministero dell'interno che convochi in un'unica istanza scienziati, professionisti e tecnici con la capacità di produrre, comprendere, interpretare e divulgare  le conoscenze di base, che permetta, insieme alle autorità, di elaborare politiche pubbliche di vasta portata ed i corrispondenti piani di emergenza. In sintesi, dobbiamo modificare urgentemente le insane pratiche di avere severe norme antisismiche e lasciarle nella terra di nessuno. Responsabilità vuole che tanto il settore pubblico come il privato capiscano che costruire bene è un obbligo».

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