[15/03/2010] News toscana

Massimo Morisi a greenreport: «Verso un rapporto continuativo di “consulenza” dell’università per le politiche paesaggistiche della Regione»

FIRENZE. «Un protocollo d'intesa con allegata convenzione, mediante cui la Regione porrà in atto con l'università di Firenze una collaborazione tecnico-scientifica riguardo all'implementazione del Piano paesaggistico. Il Piano, che per ora è in adozione, sarà approvato definitivamente - nelle previsioni - in occasione del decennale della stipula della Convenzione europea del paesaggio (ottobre 2010, nda). Si tratta di un documento di natura amministrativa, ma che ha anche una forte componente progettuale: ed ecco perché si rende utile la collaborazione con l'università, collaborazione che peraltro interesserà, all'inizio, solo la facoltà di Architettura di Firenze, ma che poi si estenderà ad altre facoltà sia regionali sia non, e ad istituti come la scuola Sant'Anna, l'istituto di Scienze umane (Sum), eccetera».

Con queste parole Massimo Morisi, Garante della comunicazione per il Pit (Piano di indirizzo territoriale) della regione Toscana, ha sottolineato le finalità dell'accordo che sarà firmato oggi tra la Regione e la facoltà di Architettura dell'università di Firenze, e che intende evolvere i potenziali ambiti di collaborazione, finora caratterizzati da una natura essenzialmente occasionale, verso una cooperazione sistematica e continuata nel tempo.

Spiega infatti Morisi che, tra gli obiettivi dell'accordo, vi è anche la prospettiva di «uscire da una collaborazione episodica e renderla invece costante: in altre parole, la Regione intende "assumere" l'università come "consulente" fisso, e avere quindi dal sistema universitario un riscontro - in termini di indicazioni anche critiche - delle attività svolte nella pianificazione e gestione paesaggistica».

«Io credo - prosegue Morisi - che un rapporto forte tra il Pubblico e la comunità scientifica sia molto importante: tra l'altro, l'università e gli enti citati possono, a loro volta, "portare dentro" altre competenze che derivano dagli accordi di cooperazione da essi attuati. Insomma l'università, oltre che "consulente" per la politica del paesaggio, può diventare anche "agente" di sé stessa e della Regione per evolvere la cooperazione in materia».

«Più dettagliatamente - conclude - la cooperazione con l'università si focalizzerà, oltre che sull'aspetto paesaggistico in senso generale, sulle schede che definiscono gli "Obiettivi di qualità" indicati dalla Convenzione del paesaggio. Ed è, questo, un ambito delicato, perché strumenti come gli Obiettivi di qualità sono sì innovativi, ma sono anche non ben definiti, e si tratta quindi di vedere come essi possano essere implementati in concreto: in particolare, anche con l'accordo di oggi cercheremo di capire se questi Obiettivi sono da considerarsi un vincolo, oppure una risorsa strategica».

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