[15/03/2010] News toscana

Centinaia di cittadini scrivono al candidato presidente Enrico Rossi: va cambiato gradualmente il modello di gestione dell'acqua

FIRENZE. Nella settimana che precede la celebrazione della "Giornata mondiale dell'acqua" che si terrà il 22 marzo, anticipata in Italia dalla manifestazione nazionale prevista a Roma per sabato 20 marzo a favore della ripubblicizzazione dell'acqua, per la tutela di beni comuni, biodiversità, clima e per la democrazia partecipativa, il tema dell'acqua come bene comune è riproposto anche in Toscana da centinaia di cittadini che hanno scritto al candidato presidente della Regione Enrico Rossi.

In premessa i cittadini chiedono che venga messa in essere una comune battaglia contro
la recente normativa imposta dal governo italiano in materia di servizi pubblici, dato che anche la giunta regionale toscana ha opposto ricorso alla Corte costituzionale. Se questa norma non venisse bloccata le conseguenze anche per il sistema di gestione della risorsa idrica in Toscana sarebbero pesanti: «le quote di maggioranza dei comuni toscani nelle Spa che gestiscono il servizio si ridurranno al 30% e passeranno di mano con la perdita definitiva di ogni residua sostanza di controllo pubblico dei nostri gestori».

Altra considerazione avanzata dai firmatari riguarda il reperimento di finanziamenti per il settore (ingenti), necessari per completare reti ed impianti, ridurre le perdite e rispettare i parametri europei sugli scarichi delle acque reflue depurate. Ormai da tutti è riconosciuto (anche da Rossi nel suo programma) che non è possibile colmare le lacune infrastrutturali attraverso il solo contributo della tariffa come invece prevedrebbe la legge.

Del resto l'indagine condotta nell'anno passato dalla sesta commissione del Consiglio regionale toscano in materia di servizi idrici, ha sancito autorevolmente che il "modello toscano", basato sulle Spa pubblico/private, non è in grado di portare avanti con le tariffe la mole d'investimenti necessari. Per i cittadini questo quadro di dati e la successiva analisi dovrebbe portare a prendere atto che il modello scelto per attuare la legge Galli va cambiato.

«Il sistema che noi proponiamo, da realizzare con l'inevitabile gradualità, dovrà essere basato su aziende speciali consortili totalmente pubbliche, che gestiscono un'attività di non rilevanza economica, sottoposte ad un'unica Autorità di controllo regionale». Per avviare questo percorso i cittadini chiedono un impegno preciso al candidato presidente Enrico Rossi: «il grosso delle concessioni per le gestioni dei servizi idrici toscani scadono intorno al 2023: quello che ti chiediamo è di scegliere coraggiosamente, adesso, una strada che ci consenta di arrivare (5 o 6 anni prima) ad un cambio di modello complessivo, basato sulla gestione pubblica (controllata anche dai cittadini) di un sistema di attività industriali incaricate del servizio. La scelta che chiediamo, a te ed alla tua futura amministrazione, rappresenta l'unica cosa sensata da fare per evitare che l'acqua Toscana sfugga completamente di mano al controllo pubblico».

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