[16/03/2010] News toscana
FIRENZE. La concertazione è viva e vegeta, in Toscana, e già nell'era-Martini essa ha avuto un «impegno netto da parte della Regione, in particolare riguardo a mobilità, ambiente (comprese urbanistica e rifiuti), ma anche sanità»: ciò è dovuto anche alla «radicata tradizione comunale della Toscana» e alla conseguente consapevolezza del fatto che «sono i comuni il primo punto di riferimento per i cittadini». Ciò che chiede Anci - ha riassunto, dicendosi d'accordo, il candidato per il centrosinistra alle regionali Enrico Rossi nell'incipit del suo intervento - è «fare un passo avanti in questa direzione, verso cioè una prospettiva di governo incentrata sulla dimensione regionale, l'unica strada per puntare a competitività e modernizzazione».
Rossi si dichiara, in coerenza col programma presentato, favorevole al sostegno alle aggregazioni delle aziende di servizi e ad una azione più decisa, nel settore dei rifiuti, riguardo alla gestione degli speciali (problema grave «soprattutto in Toscana»), mentre si dice contrario ad ogni ipotesi di privatizzazione dell'acqua («perché poi, dopo la privatizzazione, arrivano le gare, e dalla privatizzazione si rischia di passare, come in altri settori, alla colonizzazione»).
Viene rilanciata anche la prospettiva della creazione di «zone speciali per gli investimenti produttivi, rispettando le vocazioni dei territori ma diminuendo anche i tempi di rilascio delle concessioni per insediamenti in queste aree, poiché i tempi di ottenimento delle concessioni, che in Spagna e Francia sono di 6 mesi, da noi giungono a 3 anni»: in questo senso, e per sostenere il «mantenimento del manifatturiero», occorre «rendere più mirati i finanziamenti pubblici, che oggi sono troppo "spalmati" su tutta la filiera.
Questo aspetto, che per Rossi è da intendersi come un «superamento dell'assistenzialismo» ed è da affrontare «attraverso scelte selettive, ma prese in modo condiviso coi comuni», coinvolge anche il rapporto con l'università, che in una sua presidenza sarebbe «riformata al fine di sostenere ricerca e innovazione muovendosi verso un sistema integrato delle università toscane» e non verso una generalizzata elargizione di risorse pubbliche.
Nel suo breve intervento, il candidato Alfonso de Virgilis (lista Bonino) si è detto d'accordo con Rossi sulla necessità di un «superamento della logica assistenziale, in particolare per il mondo dell'università che deve essere stimolato alla ricerca» e ha sottolineato la necessità di «far dialogare tra loro, attraverso collegamenti con sistemi veloci», dei 3 principali porti e dei 2 principali aeroporti regionali. L'auspicio di De Virgilis è quello dell'instaurazione di una «logica di impresa da applicarsi all'intero comparto dei servizi», oltre ad un «rilancio dell'esperienza del microcredito, soprattutto per i giovani»: una sperimentazione già attuata ma che, in Toscana, finora «è fallita proprio a causa di una insufficiente concertazione istituzionale».
L'intervento di Monica Faenzi (Pdl-Lega) è stato inizialmente incentrato sulla attestazione di una «piena comprensione» (data anche dal suo perdurante ruolo di sindaco di Castiglione della pescaia) delle «complicazioni, delle rigidità e degli eccessivi limiti che spesso la regione impone all'azione dei comuni, in primo luogo nelle politiche urbanistiche: mi chiedo - ha sostenuto - se non si renda necessario un assessorato che, in giunta, riunisca le politiche dei comuni, che attualmente vivono in un grande isolamento». In questo senso Faenzi ha affermato che «in realtà, in Toscana, il "fare sinergia coi comuni" è rimasto a livello di slogan: anche la stessa riforma del titolo V della Costituzione, che ha dato alle regioni larghe autonomie in tema - ad esempio - di sanità, turismo, artigianato, è stata applicata male, in regione», e queste criticità sono state evidenti, secondo Faenzi, anche nei settori «dell'acqua, dei rifiuti, del trasporto pubblico, rendendo la qualità della vita più bassa per i toscani».
Criticati da parte del candidato Pdl anche la generale impostazione fin qui adottata dalla Regione per l'urbanistica (in particolare la legge 5/95, definita la «Super-cinque che ha ridotto l'autonomia dei comuni»), e il «limitato accoglimento del Piano-casa, che ha frenato lo sviluppo diminuendo gli introiti per i comuni e impedendo, in sostanza, di adeguare il patrimonio abitativo anche in direzione della riduzione del consumo di suolo».
Anche Faenzi ha auspicato una maggiore razionalizzazione dei finanziamenti pubblici, focalizzandosi in particolare sulla promozione turistica, dove «le risorse ad hoc sono spesso distribuite in tutta la filiera» e non vengono invece concentrate sui settori chiave, e dove l'azione politica risente di una carente integrazione, anche riguardo ai comuni che in materia «vivono in uno stato di isolamento».
Infine, dopo essersi detta d'accordo sulla prospettiva di una «fine della logica assistenziale nel sostegno pubblico all'università», il candidato del centrodestra ha avanzato la proposta di «prevedere quote - in una misura del 40% - destinate ai giovani all'interno dei cda delle aziende partecipate, al fine di non limitare il sostegno ai giovani meritevoli ai soli contributi economici».