[17/03/2010] News
GROSSETO. Il 2010 è stato indicato come l'anno di lotta all'obesità. Protagonisti i medici di base chiamati a svolgere un ruolo primario per divulgare e promuovere i princìpi di una sana e corretta alimentazione, così come della necessità di svolgere una appropriata attività fisica per affrontare in modo diretto un problema troppo a lungo ignorato e sottovalutato, ma oggi sempre più diffuso.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità le statistiche sull'obesità condotte in tutta Europa (non solo all'interno dei paesi dell'Unione) indicano che il tasso di obesità è triplicato negli ultimi vent'anni e, senza adeguate misure per frenarlo, si prevede che il fenomeno interesserà 150 milioni di adulti e 15 milioni di bambini (rispettivamente il 20% e il 10% della popolazione mondiale) entro l'anno in corso.
Secondo quanto rileva l'ultimo rapporto Osservasalute (sui dati 2009) oggi il 35,6% degli italiani (ovvero 1 su 3) è in sovrappeso con una prevalenza nelle regioni del Sud. La quota di popolazione in condizione di eccesso ponderale (obesa o in sovrappeso) aumenta al crescere dell'età: dal 16,5% tra i 18 e i 24 anni al 60% ed oltre tra i 55 e i 74 anni, per diminuire nelle età più anziane con il 55,8% tra le persone di 75 anni ed oltre.
Condizioni di sovrappeso e obesità più diffuse tra gli uomini, rispettivamente il 44,3% e il 10,6% rispetto al 27,6% e al 9,2% delle donne e che ha raggiunto il 36% dei bambini.
Nell'età compresa tra gli otto e i nove anni il 23,1% dei bambini è in sovrappeso e l' 11,5% è già obeso con una distribuzione più variabile che negli adulti a livello regionale: dal 17,5% in Valle d'Aosta al 27,8% in Campania.
L'obesità, fenomeno tipicamente caratteristico dei paesi occidentali, è al centro dell'attenzione delle politiche sanitarie perché rappresenta un importante fattore di rischio per la salute di un individuo.
Le più frequenti riguardano le complicazioni cardiovascolari, il diabete, le malattie del fegato, l'ipertensione sino al cancro del colon retto. E di obesità si muore ad un tasso di 390 persone ogni 100mila abitanti ogni anno.
Quindi è un problema che ha anche un rilevante costo sociale che in Italia vale quasi 8,3 miliardi di euro all'anno, pari a circa il 6,7% della spesa sanitaria pubblica, secondo uno studio congiunto condotto dalla Scuola superiore Sant`Anna e dall`Università Bocconi.
Questo spiega perché medici, strutture ospedaliere, nutrizionisti e centri di attività fisica si stanno muovendo, per quest'anno dedicato alla lotta all'extra large per promuovere le basi per una corretta alimentazione e per sane abitudini di vita.
A combattere- indirettamente- la lotta per una corretta alimentazione ci aveva provato anche l'Unione europea nell'ambito della più ampia revisione delle etichettature alimentari, con l'introduzione di un sistema a bollini colorati per indicare nei cibi i contenuti di grassi, zuccheri e sale.
Un bollino rosso avrebbe segnalato la presenza di alti contenuti di questi componenti ma il sistema è stato bocciato dalla commissione Ambiente e salute e sicurezza dei consumatori dell'Europarlamento, perché considerato una semplificazione eccessiva per il consumatore tra cibi considerati buoni o cattivi, a seconda del colore del bollino, con scarse conseguenze sulla corretta alimentazione e invece possibili effetti negativi sulla concorrenza.
Un decisione che ha trovato favorevole il mondo dell'economia alimentare preoccupata che un bollino rosso potesse penalizzare prodotti che fanno parte delle tradizioni alimentari di molti paesi e che ha scontentato le organizzazioni dei consumatori convinti che questo sistema a semaforo avrebbe potuto aiutare la lotta all'obesità e la promozione di una alimentazione più sana.
Resta il fatto che l'obesità è un problema tipico dei paesi occidentali che hanno fatto del modello consumistico il proprio stile di vita, per alimentare- è il caso di dirlo- un sistema economico che sul continuo aumento dei consumi si regge.
Quindi ben venga una corretta e sana alimentazione e una quotidiana attività fisica per scongiurare il sovrappeso perché forse aiuta anche a cambiare approccio all'attuale sistema economico che mentre ci spiega che l'obesità è ormai un'epidemia ci spinge- al contempo- ad aumentare i consumi (compresi quelli alimentari): unica strada concepita per uscire dalla crisi.