[31/07/2009] News

United (?) green States of America

LIVORNO: Secondo un'analisi svolta sulla nuova legge Usa sul clima dal  Georgetown climate center (Gcc) e dal World resources Institute (Wri),  il climate bill voluto da Obama sarebbe più favorevole agli Stati che emettono più gas serra ed utilizzano più carbone, concedendo più carbon credits su base pro-capite, rispetto agli Stati Usa che utilizzano combustibili puliti che utilizzano carburanti puliti.

Il rapporto  "Allowance Distribution to States and Energy Consumers under the American Clean Energy and Security Act (H.R. 2454, Waxman-Markey)" prende in considerazione la situazione degli Stati federali Usa che hanno adottato interventi per ridurre le emissioni di gas serra e che ora si chiedono come verranno ricompensati della loro intraprendenza e lungimiranza dalla nuova federal climate regulation e quali vantaggi trarranno dalla legge sul clima approvata dalla Camera dei Rappresentanti Usa gli Stati che per primi hanno investito in energie pulite come il solare e l'eolica.

«L'analisi - spiegano i redattori, John Larsen del Wri e Kate Zyla e Gabriel Pacyniak del Gcc - cerca di rispondere a due questioni importanti sulla distribuzione di indennità all'interno dell'HR 2454, l'American clean energy and security act (Acesa): cosa farà Acesa per gli Stati e gli energy consumers per quel che riguarda la distribuzione delle indennità? Come verranno distribuiti questi contributi tra gli Stati?»

Secondo il rapporto, nella versione approvata dalla Camera dei Rappresentanti, entro il 2016 parte dei miliardi di dollari di permessi dovrebbero andare agli Stati federali. Il valore dei "credits" dipende da quanto costerà la CO2 nel futuro emissions market, la Environmental protection agency (Epa) prevede un costo di 13 dollari per tonnellata, ed il valore dei "permits" dati agli Stati potrebbe arrivare a circa 350 miliardi di dollari.

Gli Stati fortemente dipendenti dai combustibili fossili per la produzione di energia, come il Kentucky, otterrebbe 10,5 carbon credits pro-capite e l'Indiana otterrebbe 8 electricity consumer assistance programs entro il 2016, mentre la virtuosa California due e New York probabilmente tre.

Gli Acesa limits total greenhouse gas emissions prevedono che imprese che emettono regolarmente gas serra possano avere quote di emissione (permits), ognuna delle quali permette al titolare di emettere una tonnellata equivalente di CO2, queste "allowances" hanno un valore e possono essere vendute.

«Acesa distribuisce gratuitamente alcune indennità e ne mette all'asta  altre - spiega l'analisi - La maggior parte saranno distribuite gratuitamente ad agenzie federali e statali e ad altri enti, con condizioni per il loro uso; una piccola, declinante, porzione delle quote verrà distribuita senza restrizioni per gli emettitori e le imprese energyintensive. L'importo delle quote distribuite per vari scopi subirà modifiche nel corso del tempo, con la riduzione del "cap" ed il cambiamento della formula di distribuzione».

Secondo lo studio, nel 2016,  primo anno in cui tutti i programmi saranno attivi, Acesa distribuirà 2,7 miliardi di dollari di quote (il 49% del totale delle allowance pool) a Stati e consumatori di energia: 453 milioni di quote andranno agli Stati per programmi di efficienza energetica ed energie rinnovabili e per l'adattamento ai cambiamenti  climatici, 2,2 miliardi di quote andranno ai settori residenziale e commerciale ed ai consumatori dell'industria energetica ed alle local distribution companies (LDCs) per l'ottimizzazione dei costi di sostituzione e l'efficienza energetica. Tutti gli Stati Usa riceveranno indennità per i programmi all'interno di Acesa, più finanziamenti andranno a quelli densamente popolati, ma gli stati "carbon intensive" e meno popolati riceveranno maggiori quote pro-capite.

«Tra i 301 e i 532 milioni di dollari di  quote verranno indirizzati  verso nuovi fondi per i "cost-effective energy efficiency program" per ridurre la domanda energetica, l'impatto dei costi dei consumi  ed abbassare i costi complessivi del programma cap-and-trade», spiega la ricerca.

L'analisi percorre nei dettali i vari finanziamenti previsti per gli Stati federali e i consumatori di energia: State Energy and environment development (Seed) Fund: fondi per programmi per l'efficienza energetica e gli investimenti in tecnologie di energia rinnovabile; Energy efficient building codes: indennità distribuite a determinate condizioni agli Stati per l'efficienza energetica edilizia, ripartizione tra gli Stati che adottano, attuano e fanno rispettare l'edilizia ad alta efficienza: Energy efficient building retrofits: costruzione di retrofit per l'efficienza energetica: ripartizioni tra gli Stati e le amministrazioni locali che adottano standard di efficienza energetica per la costruzione retrofit; Domestic adaptation: ripartizione tra gli Stati per creare programmi di resilienza agli impatti previsti del cambiamento climatico e che devono sviluppare piani di adeguamento e riferire sui loro progressi; Wildlife and natural resources adaptation: allocazione di fondi alle i Agenzie statali che li utilizzeranno per programmi di salvaguardia della fauna selvatica e delle risorse naturali dagli effetti del cambiamento climatico;  Allocations for the benefit of consumers: quote assegnate alle LDCs, con la supervisione statale e/o locale attraverso regulatory agencies or boards.

Sono previsti anche incentivi per i consumatori e le LCDs per l'efficienza energetica e il risparmio relativi ai consumi di gas, elettricità, gasolio da riscaldamento e gas propano. L'analisi non comprende importanti indennità e finanziati per programmi gestiti dal governo federale per le tecnologie di ricerca e sviluppo (R&D), per l'assistenza ai  consumatori a basso reddito, per l'adeguamento, per i programmi internazionali e i benefici per i lavoratori, non prende in considerazione nemmeno l'assistenza diretta alle industrie responsabili delle emissioni di gas serra attraverso quote a titolo gratuito, come quelle previste per le "trade-vulnerable industries".

Secondo l'analisi di Gcc e Wri, gli investimenti precedenti in energie rinnovabili saranno comunque redditizi: Stati come la California potranno rimpinguare le loro esauste casse con carbon permits extra che potranno essere venduti sul national carbon market.

«Potranno vendere a un costo meno basso al programma, perché sono già più efficienti» spiega John Larsen, un esperto di clima e di energia del Wri. Il problema è che fine farà e quali nuove eventuali modifiche subirà al Senato Usa il disegno di legge approvata dal Congresso che nel 2020 dovrebbe portare ad una riduzione delle emissioni Usa del 20% rispetto ai livelli del 2005.

 

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