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[18/03/2010] News toscana
LIVORNO. Come è normale che sia in una corretta gestione integrata dei rifiuti questi, una volta raccolti in modo differenziato e nel migliore dei modi possibili in un'ottica di qualità degli stessi, poi devono essere avviati agli impianti di riciclaggio. E questo vale per la carta, per la plastica, per il vetro e per l'organico.
Se gli impianti sono vicini a dove i rifiuti vengono prodotti si eviteranno poi che gli stessi viaggino - con notevole impatto ambientale - per l'Italia, quando va bene, o per l'estero.
Così non deve stupire che in assenza di un impianto di compostaggio anche da Treviso - e dall'impianto di Vedelago nello specifico - come da Capannori, l'organico raccolto da qualche parte debbano mandarlo, e non deve neppure stupire che il caso ha voluto che entrambi bussino alla porta di Sienambiente, che l'impianto ce l'ha e molto probabilmente a breve tratterà gli stessi.
Per quanto riguarda Capannori, tra l'altro, grazie anche alla notevole quantità di organico che per merito di una ottima raccolta differenziata viene accumulato, questo viene già portato da tempo sia a Terranova Bracciolini che a Montespertoli dove appunto ci sono gli impianti dedicati.
Nulla di male, anzi. Sarebbe solo auspicabile che nel massimo della trasparenza lo
si dicesse apertamente in modo da non generare la dannosa credenza che la sola raccolta dei rifiuti porta a porta spinta con tariffa premiante chiuda il ciclo della gestione dei rifiuti.
Anche perché come noto a Capannori da anni si sta combattendo una battaglia per costruire proprio un impianto di compostaggio che invece trova contrari anche i comitati - a colpi di nimby - che esaltano la raccolta differenziata e il virtuoso caso di Vedelago, che invece, come si vede, è costretto a portare a compostare gli scarti altrove proprio come Capannori, mettendo in strada decine di tir carichi di rifiuti che sbuffano inquinamento per centinaia di chilometri.
Non a caso il principio di prossimità è uno dei principi fondanti la sostenibilità. E non a caso se gli Ato si chiamano così è perché individuano gli ambiti territoriali "ottimali" dove dovrebbe chiudersi, in modo ottimale appunto, il ciclo dei rifiuti.
Va infine anche aggiunto, ma solo per correttezza di informazione, che ogni trattamento di rifiuti raccolti in modo separato genera residui e che anche questi residui devono essere tenuti nel conto. Come poi è altrettanto fondamentale che i prodotti del riciclaggio trovino mercato affinché il ciclo sia davvero efficiente e non solo un costo sociale e anche ambientale...