[23/03/2010] News
LIVORNO. Al meeting annunale della Inter-American development bank (Idb), che si conclude oggi a Cancun, al centro della discussione c'è stata sicuramente la crisi economica nella quale è ancora impantanato il mondo, ma anche le tematiche ambientali e delle risorse sono sempre più centrali.
«In America Latina - dice la Inter-American Development Bank - l'acqua è più strettamente legata al potenziale umano ed alla competitività economica che in qualsiasi altra parte del mondo. La regione dispone di circa il 31% delle risorse di acqua dolce del pianeta, anche se ospita solo l'8% della popolazione mondiale. Questo enorme vantaggio in relazione al totale idrico del pianeta, permette all'America Latina di ottenere il 68% di tutta la sua elettricità a partire da fonti idroelettrche, a paragone di una media mondiale di meno del 16%».
Il problema è però che le esportazione delle materie prime latinoamericane, a cominciare dai prodotti agricoli e minerari, dipende dall'utilizzo di grandissime quantità di acqua: «Approssimativamente, la metà delle esportazioni mondiali di carne bovina e quasi i due terzi di tutte quelle di soia provengono oggi dall'America Latina, la cui produzione è molto redditizia grazie alle piogge abbondanti - spiega un rapporto della Idb - Però negli ultimi anni le forti siccità hanno trasformato questo vantaggio in una preoccupante vulnerabilità».
Per la siccità nel 2008 l'argentina ha perso 1,5 milioni di capi di bestiame e quasi la metà del suo raccolto di grano, mentre la produzione di energia idroelettrica nella zona più popoilata del Cile era calata del 34%. A partire dagli ultimi mesi del 2009 le principali città di Venezuela, Equador, Colombia, Paraguay e Messico sono state obbligate a razionare l'acqua e ad interrompere spesso la distribuzione di elettricità. Chi paga maggiormente i disagi di questa situazione sono i milioni di poveri che non dispongono nemmeno di un allacciamento alla rete idrica e che devono ricorrere ai vendtori di acqua o acquistare acqua in bottiglia.
Le ultime siccità, come quella che in Venezuela sta mettendo per la prima volta seriamente a rischio la popolarità del presidente Hugo Chavez, sono le conseguenze finali di fenomeni climatici ciclici come El Niño, ma si osservano semopre di più fluttuazioni estreme nelle precipitazioni che sembrano fortemente legate ad un forte aumento delle temperature in tutta l'America Latina. La stessa Inter-American Development Bank ammette che «Infatti, nella regione esiste un crescente consenso sul fatto che l'acqua non possa essere trattata come un bene libero e senza limiti. E che i cambiamenti nelle forniture di questa risorsa possono essere la le prime e più pericolose conseguenze del cambiamento climatico».
L'eco-scetticismo tanto di moda sui giornali della destra americana ed europea ha poco corso in Sudamerica, dove è in forte crescita la richiesta di stime più dettagliate a livello locale degli impattti potenziali del global warming. Negli ultimi due anni Messico, Brasile e Cile hanno chiesto l'assistenza della Idb, dell'Onu e della Gran Bretagna per avviare i primi studi nazionali sulle ripercussioni economiche del cambiamento climatico. Studi simili sono attualmente in corso anche in Colombia, Perú, Bolivia, Equador e nella maggior parte degli Stati dei Caraibi e del Centroamerica. Secondo la Idb «Una volta conclusi questi studi, i governi potranno cominciare a prevedere come i diversi scenari del cambiamento climatico potranno colpire alcune regioni all'interno del loro territorio e determinare di cosa hanno bisogno le industrie private e la popolazione per adattarsi. Alcuni specialisti stimano che la regione potrebbe facilmente raddoppiare la sua produzione totale di alimenti, utilizzando la stessa quantità di acqua, investendo in sistemi di irrigazione efficienti».
Ma il punto dolente sono le città, dove vive l'80% della popolazione dell'America Latina, qui è molto probabile che l'adattamento al global warming significhi dare priorità ad investimenti e riforme dei servizi pubblici, compresa la riduzione dei rifiuti, colmare le mancanze di copertura del territorio ed eliminare le malattie trasmesse attraverso l'utilizzo di acqua non depurata che colpiscono le fasce più povere della popolazione. Nel 2009 la Ibd ha approvato prestiti record per un miliardo e 800 milioni di dollari per progetti di questo tipo e tra il 2006 e il 2011 avrà approvato finanziamenti per 6 miliardi di dollari per i servizi pubblici di gestione ambientale. «Questo riflette il fatto che i governi delle Americhe stanno facendo uno sforzo rinnovato per affrontare i problemi dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari - dice la banca interamericana -Nei mesi precedenti la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si terrà a Cancún, Messico, nel novembre di quest'anno, i governi tenteranno di conciliare alcune delle priorità conflittuali che hanno impedito lo scorso dicembre a Copenhagen la stesura di un accordo climatico di carattere vincolante».