[23/03/2010] News

Anche l'acqua San Benedetto si schiera per il Pet riciclato (aspettando il governo...)

GROSSETO. Ad aprile dello scorso anno il gruppo delle acque minerali San Benedetto aveva siglato un accordo con il ministero dell'Ambiente per la promozione di progetti comuni finalizzati all'analisi e alla neutralizzazione dell'impatto sul clima dell'acqua imbottigliata. Due gli obiettivi principali che erano stati condivisi, ovvero garantire acqua minerale a emissioni zero di carbonio, contribuendo in modo significativo al raggiungimento da parte dell'Italia degli obiettivi del protocollo di Kyoto, e costruire un modello virtuoso per il settore acque minerali, un settore di produzione profondamente legato  ad una risorsa naturale primaria e che produce un notevole quantitativo di imballaggi.

E' notizia di questi giorni che il gruppo acqua minerale San Benedetto darà il via ad aprile ad un progetto - in collaborazione con i supermercati Pam, gli ipermercati Panorama e Aliplast - volto a recuperare le bottiglie in pet utilizzate per la distribuzione dell'acqua, direttamente nei punti vendita di queste catene di distribuzione.  L'obiettivo è quello di favorire la raccolta differenziata di questi imballaggi in plastica per essere poi avviati  alle attività di recupero e riciclaggio.

Per invogliare i consumatori ad essere parte attiva nel progetto verrà attivato un sistema promozionale che prevede il riconoscimento di punti fidelity per ogni bottiglia inserita nei raccoglitori predisposti nei punti vendita. Il progetto prevede un test della durata di sei mesi che coinvolgerà inizialmente un punto di vendita di supermercati Pam e 2 ipermercati Panorama del Veneto e, se funziona, verrà esteso ad altre realtà territoriali.

L'obiettivo del gruppo San Benedetto, oltre a dare seguito agli obiettivi dell'accordo stipulato con il Ministero dell'Ambiente, è anche quello di posizionarsi come azienda nel lancio di prodotti che utilizzano Pet riciclato per la produzione di contenitori alimentari. Processo attualmente non permesso in Italia perché non ha ancora recepito la normativa europea in merito all'utilizzo di rPet nel settore dei contenitori alimentari, come segnalato da questo giornale. (vedi green report dell'11 marzo).

Motivo che ha spinto il senatore Pd Francesco Ferrante a presentare, il 15 marzo scorso, una interrogazione parlamentare al ministro dell'Ambiente per sapere se non sia  da ritenere ormai superato, dalle attuali conoscenze e dalle nuove tecnologie,  il divieto del ministero della salute espresso nel 1973, che ha nei fatti impedito al nostro paese l'uso e la produzione di contenitori per alimenti in pet riciclato.  

Uso e produzione che sono invece prassi in altri paesi europei come Germania e Gran Bretagna ed extra europei come gli Usa e che permetterebbero all'Italia che è  il primo Paese al mondo per consumo di Pet, con circa 450mila tonnellate all'anno, almeno di risparmiare su materie prime, energia e  Co2. Ogni chilogrammo di R-Pet permetterebbe infatti di risparmiare 1,7 kg. di petrolio equivalente con emissioni di Co2 pari a circa il 60% in meno rispetto al Pet vergine.

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