[24/03/2010] News toscana

Partecipazione in Toscana e lr 69: ecco il bilancio 2009 dell’Authority regionale

FIRENZE. 20 processi partecipativi finanziati in Toscana nel corso del 2009, 48 in totale a partire dal momento (settembre 2008) dell'istituzione dell'Authority per la partecipazione. I progetti dell'anno passato, finanziati con circa 650mila euro, hanno interessato prevalentemente gli ambiti relativi a «riqualificazione urbana, strumenti urbanistico-territoriali, bilanci partecipati, politiche sanitarie e sociali».

E' quanto si legge nel comunicato del Consiglio regionale che riassume i contenuti del Rapporto 2009 sulla partecipazione toscana, pubblicato dall'Autorità diretta da Rodolfo Lewanski e che, nelle intenzioni, darà fino al 2012 un resoconto annuale delle pratiche ispirate alla legge 69/2007, primo caso in Italia di una normativa organica dedicata esplicitamente alla partecipazione civica e amministrativa nei processi decisionali.

20 richieste accettate (su 36 presentate) nel 2009, quindi, e un totale appunto di 48 progetti (di cui 20 nel 2008, 20 nel 2009, e 8 finora nel 2010) finora: di questi, «24 sono terminati, 23 sono in corso, mentre a 1 è stato revocato il sostegno finanziario per mancato rispetto dei termini. Dei 20 finanziati nel 2009, 8 sono terminati e 12 sono in corso». La grande maggioranza (75-80%) delle richieste e dei progetti finanziati «proviene da enti locali, e in particolare da comuni prevalentemente medio-piccoli, con una popolazione fra i 5 i 40mila abitanti (più raramente fino a 100mila).

Nonostante la lr 69 preveda anche modalità (sia pure più stringenti rispetto alle opere di dimensioni più contenute) per l'attivazione di percorsi partecipativi per le cosiddette "grandi trasformazioni" infrastrutturali, non è però finora «pervenuta, invece, alcuna richiesta di dibattito pubblico relativo a grandi opere».

Secondo quanto dichiarato da Lewanski, la strada è quella giusta: «se continueremo a seminare così - ha sostenuto infatti - la legge regionale, caso unico in Italia, darà frutti significativi. Ricordo che i cittadini stessi possono attivare i processi partecipativi: è accaduto di recente a Marina di Carrara, ad esempio, con un gruppo di cittadini che vuole intervenire su un progetto relativo al fronte del porto».

E' chiaro che di cose da mettere a punto, comunque, ce ne sono a bizzeffe: ancora i processi partecipativi si qualificano, in regione, come "esperienze sperimentali", più che - come è nelle intenzioni della legge stessa - come "attuazione di un metodo di governo" partecipato. E questo comporta naturalmente una essenziale natura pionieristica dei progetti attuati, e quindi una loro limitata incidenza: positivo, invece, il bilancio riguardo ai tempi di decisione, che a causa della peculiarità della norma (che prevede di ammettere solo progetti della durata massima di 6 mesi, prorogabili fino ad una durata di 9 mesi in totale), non vengono eccessivamente allungati in seguito alle pratiche partecipative.

Inoltre va sottolineato anche che, come ricorda l'Autorithy, «la stessa legge regionale sulla partecipazione è innovativa e sperimentale», poiché essa è «la prima legge a termine della regione Toscana: nel 2012 il Consiglio regionale dovrà decidere se rinnovare la norma, modificarla o lasciarla semplicemente decadere».

 

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