
[25/03/2010] News toscana
FIRENZE. «La nuova economia ha in sé tutte le risorse necessarie per andare avanti. Ciò di cui c'è bisogno, da parte della politica, riguarda soprattutto le decisioni sulle scelte da prendere. Paradossalmente, infatti, oltre un certo livello i fondi di sostegno pubblico fanno più male che bene: ad esempio, se pongo in opera un impianto a rinnovabili e lo Stato mi aiuta (con il conto energia) a ripagare l'investimento è un bene, ma se poi a questi incentivi se ne aggiungono altri, il rischio è che l'opinione pubblica percepisca come "non autosufficiente" il settore delle fer».
E' quanto dichiarato oggi da Fabio Roggiolani, consigliere regionale, presidente della IV commissione in consiglio, che ha presentato a Firenze un appello, sottoscritto da vari docenti, scienziati e intellettuali e diretto al prossimo presidente della Regione, affinché - si legge - il programma di governo attuato veda come «aspetti prioritari» per la Toscana futura «le tematiche ecologiche, lo sviluppo sostenibile, la "buona" sanità, la ricerca e la rinascita culturale» del territorio.
Secondo Roggiolani, «l'errore fondante nell'erogazione dei finanziamenti pubblici è sostanzialmente il "conto capitale": i fondi non vanno erogati in funzione di una percentuale sull'investimento, ma di una percentuale della produzione energetica effettiva. Inoltre - aggiunge, in riferimento a quanto citato in apertura - io credo che i fondi pubblici debbano essere erogati solo fino al raggiungimento della cosiddetta "grid parity", cioè quando il costo del Kwh prodotto con le fer equivarrà a quello del kwh prodotto con fonti tradizionali: e, se con questo trend la grid parity per il fotovoltaico sarà raggiunta tra tre anni, per l'eolico essa (col petrolio a 81 $/barile) è già avvenuta».
L'appello-manifesto presentato oggi svaria dalla «massimizzazione dell'intervento pubblico a sostegno della ricerca di base, tecnico-scientifica e umanistica, e della produzione artistica e culturale toscana», alla «promozione dell'interscambio (..) tra P.A., università e istituti di ricerca» e di quello «internazionale (..), finalizzato alla promozione di un sistema virtuoso di cooperazione all'auto-sviluppo». Riguardo alle tematiche energetiche, i campi prioritari di azione, secondo il documento presentato da Sel, sono «la ricerca e lo sviluppo del settore biologico (alghe), in quanto capace di assorbire grandi quantità di CO2 e garante di una buona produzione di biocombustibili e additivi alimentari di pregio», la mobilità sostenibile (in particolare il «trasporto elettrico e di comunità - auto elettriche e trasporto ferroviario») l'industrializzazione e il miglioramento tecnologico per il fv e per l'eolico, la «incentivazione della ricerca nei settori dedicati alla minimizzazione del consumo di materia, al riuso dei rifiuti e allo sviluppo di tecnologie di smaltimento dei rifiuti non riutilizzabili a minor impatto con recupero energetico», il sostegno alle medicine complementari, ai Gruppi di acquisto solidale (Gas) e all'azionariato popolare per gli investimenti pubblici.
In generale, l'appello presentato da Sel chiede al nuovo governo della Regione di «acquisire una maggiore consapevolezza dei limiti alla crescita economica imposti dalla scarsità di risorse naturali e dall'inquinamento», e di «adoperarsi da subito alla promozione di un modello di sviluppo radicalmente nuovo, che veda nella produzione di energia da Fer e di beni durevoli derivanti dal riutilizzo di materia l'asse portante della sua politica economica». Inoltre viene proposto di avviare «un percorso di razionalizzazione che, garantendo autonomia e occupazione, minimizzi costi e sprechi riunendo le tre università nell'unica "Università Toscana", come decentrata e legata al territorio».
Riguardo specificatamente alle Fer (alla conferenza stampa era anche stato predisposto un mini-impianto per la piro-gassificazione del pellet o comunque di materiale vegetale, in pratica una stufa ad altissima resa energetica che può fornire, insieme a piccoli impianti a Fer, l'energia necessaria alle comunità dei paesi in via di sviluppo a costi contenuti e con ingombro molto ridotto, ma che potrebbe essere applicata anche negli impianti di riscaldamento nelle abitazioni dei paesi ricchi), Roggiolani ha infine sostenuto che il piro-gassificatore, e in generale gli impianti a rinnovabili di più moderna generazione sono «tutti impianti che si auto-finanziano». Ed è qui che la politica deve agire in supporto di questa evoluzione, ma «visto che ogni poco tempo compare un qualche funzionario che blocca l'installazione di impianti a rinnovabili, allora - è l'appello di Roggiolani - in questi casi la politica faccia un passo indietro (l'espressione adottata dal candidato consigliere era più colorita, nda) e lasci che il cambiamento avvenga nella direzione che la società ha ormai preso». Ciò significa, in poche parole, che secondo Roggiolani «il vero motivo per cui le rinnovabili non decollano è che la politica taglia loro le gambe con una pianificazione troppo stringente, mentre ciò che serve è una pianificazione energetica che, davanti alle Fer, apra maglie meno strette rispetto all'attuale situazione». Come caso di scuola, a questo riguardo, Roggiolani ha citato la Puglia governata dal presidente del suo partito, Niki Vendola, nella quale «grazie ad una politica di liberalizzazione per le Fer, oggi è installato il 94% del solare italiano», e dove «grazie alle rinnovabili sono stati creati oltre 15.000 nuovi posti di lavoro».