
[26/03/2010] News
LIVORNO. Dopo aver festeggiato il 23 marzo il World meteorological day ed il suo sessantesimo anniversario dalla fondazione, l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha presentato il suo Status of the global climate 2010 che, come spiega Omar Baddour, a capo della divisione data management application della Wmo, svela che «Il primo decennio del 2000 è stato più caldo degli anni 90, che a loro volta sono stati più caldi degli anni 80». Le informazioni si basano sui dati climatici provenienti da un network formato da circa 10.000 stazioni di rilevamento a terra, 3.000 aerei, 1.000 stazioni aeree, 1.000 navi e circa 70 satelliti.
Lo Status of the Global Climate è un rapporto annuale del Wmo sul tempo atmosferico e il cambiamento climatico e dalla sua lettura emerge anche che tra il 2000 e il 2009 c'è stato anche uno degli anni record, proprio quello che è appena passato facendo gridare in Europa al ritorno dell'inverno e alla fine del global warming, invece Baddour ha spiegato che «L'attuale nominal ranking del 2009 lo pone come il quinto anno più caldo dall'inizio delle registrazioni strumentali sul clima» cioè dal 1850 ad oggi.
La Wmo sottolinea che l'anno scorso ha anche portato , in molte parti del mondo una crescita degli eventi meteorologici estremi, che vanno da siccità devastanti a gravi inondazioni, da ondate di calore estremo e ondate di freddo.
Ad essere particolarmente caldo è stato l'emisfero meridionale, mentre l'emisfero settentrionale del pianeta ha subito un raffreddamento alla fine del 2009 con forti nevicate in Europa, Nord America ed Asia settentrionale.
Già a dicembre la Wmo avvertiva che nel 2009 la temperatura media combinata dell'aria sulla superficie terrestre e del mare (gennaio-ottobre) presentava «Un'anomalia positiva stimata in 0,44±0,11°C in rapporto alla normalità calcolata per il periodo 1961-1990 (14°C)».
Nonostante quel che vogliono far credere gli eco-scettici, il rapporto Wmo conferma che nel 2009 «Temperature superiori al nomale sono state rilevate quest'anno un po' dappertutto nel mondo. Solo l'America del Nord (Usa e Canada) ha conosciuto delle temperature inferiori alla media e, secondo i dati ad oggi disponibili, il 2009 dovrebbe essere l'anno più caldo della storia in vaste regioni dell'Asia meridionale e dell'Africa centrale».
Episodi di caldo estremo sono stati più frequenti ed intensi nell' dell'America del sud meridionale, in Australia e nel sud dell'Asia, mentre a giugno il fenomeno de La Niña a cuduto il posto alla fase calda di El Niño. Inoltre, la banchisa dell'Artico durante la stagione dello scioglimento dei ghiacci ha raggiunto il terzo minor livello di estensione dopo i record negativi del 2008 e 2007.
Le analisi delle temperature mondiali realizzate dalla Wmo si basano su tre insiemi di dati complementari: quelli combinati provenienti dal Centro Hadley del servizio meteorologico nazionale della Gran Bretagna e dal centro di ricerca sul clima dell'universita dell'East Anglia; quelli dell'Amministrazione Usa per gli oceani e l'atmosfera (Noaa); i dati del Goddard Institute for Space Studies (Giss), provenienti dalla Nasa.