[31/07/2009] News
LIVORNO. L'economia europea attraversa una fase di forte recessione dovuta alla crisi finanziaria. Allo stesso tempo "è chiaro che la forza e la sostenibilità a lungo termine dell'economia europea dipendono dalla sua riorganizzazione".
Ecco che dall'Ue arriva il programma energetico europeo per la ripresa (European energy programme for recovery, "Eepr"), lo strumento finanziario per 24 progetti nel settore dell'energia che potrebbero contribuire, attraverso l'impulso finanziario, "alla ripresa economica, alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico e alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra".
Istituito con il regolamento europeo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi, l'Eepr mette a disposizione per il 2009 e il 2010 quasi 4 miliardi di euro. In particolare: 2 miliardi e 365 milioni di euro per le linee ad alta tensione, (tranne quelle delle reti di distribuzione, e i collegamenti sottomarini, purché tali infrastrutture siano utilizzate per la trasmissione o i collegamenti interregionali o internazionali), i gasdotti ad alta pressione (tranne quelli delle reti di distribuzione), i depositi sotterranei collegati ai gasdotti ad alta pressione, i terminali di arrivo, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale liquefatto e le attrezzature e gli impianti indispensabili per il funzionamento regolare delle infrastrutture.
Mentre 565 milioni di euro sono riservati per gli impianti eolici in mare, poco più di un miliardo euro sono previsti per i progetti di cattura dell'anidride carbonica (CO 2 ) prodotta dagli impianti industriali, il trasporto sul sito di stoccaggio e l'iniezione in una formazione geologica sotterranea idonea ai fini del suo stoccaggio permanente.
Dunque, per ogni gruppo di opere il legislatore europeo prevede quali progetti sono ammissibili, i criteri di ammissibilità, di selezione e di aggiudicazione, le condizioni e gli strumenti di finanziamento.
Infatti, non qualsiasi progetto può essere ammesso al finanziamento, ma solo quelli elencati nell'allegato al regolamento: 5 progetti per l'iterconnessione di energia elettrica, 5 per gli impianti eolici in mare e 14 per la cattura e stoccaggio dl carbonio.
Fra questi compaiono anche il nuovo cavo sotterraneo tra Sicilia e l'Italia continentale (Sorgene - Rizzicono), l'iterconnessioni per l'energia elettrica Malta-Italia e Porto Tolle per la cattura del carbonio
La scelta dell'Ue di questi settori e di questi progetti è dettata proprio dalle incidenze negative che la crisi economica e finanziaria in corso hanno sulla realizzazione di tali progetti. La preoccupazione è che alcuni progetti importanti, tra cui progetti di interesse comunitario, potrebbero subire forti ritardi a causa della scarsità dei finanziamenti. E visti i tempi lunghi richiesti per la progettazione e la realizzazione, la Comunità investe immediatamente in queste infrastrutture in modo da accelerare lo sviluppo dei progetti di particolare importanza. Perché tutto ciò "sarà determinante per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici della Comunità a prezzi competitivi quando l'economia ripartirà e la domanda mondiale di energia aumenterà".
Del resto è vero che le recenti crisi del gas (inverno del 2006 e del 2009) e l'aumento dei prezzi del petrolio fino alla metà del 2008 hanno evidenziato la vulnerabilità dell'Europa. Così come le risorse energetiche autoctone (gas e petrolio) stanno diminuendo, accrescendo la dipendenza dell'Europa dalle importazioni per il suo approvvigionamento energetico. Ma certo non ci si smarca dalla dipendenza finanziando centrali a carbone e loro giustificativi (cattura e stoccaggio Co2, ancora in fase sperimentale): meglio sarebbe stato sicuramente dirottare quei fondi sulle rinnovabili.