[29/03/2010] News
LIVORNO. Degli agronomi vietnamiti lasceranno il loro verde Paese tropicale per andare nell'arido Ciad a mettere in piedi una serie di attività destinate a migliorare la sicurezza alimentare di questo sfortuato Paese africano devastato dalla guerra civile e dalla siccità che deve anche fare i conti con i profughi del Darfur e il rapido disseccamento del lago Ciad.
La Fao spiega che «Le attività, che si basano sull'irrigazione per la coltivazione del riso e l'orticoltura, l'aumento della produzione di cereali, la pesca artigianale, l'apicoltura e la trasformazione degli alimenti, si inserisce nel quadro del Programma nazionale quinquennale del Ciad, di un valore di 200 milioni di dollari, alla progettazione del quale la Fao ha partecipato attivamente».
L'accordo tripartito o tra Vietnam, Ciad e Fao è stato firmato nei giorni scorsi a Roma da José Sumpsi, vice direttore Fao per la coopera zone tecnica, e Dang Khanh Thoai, ambasciatore del Vietnam alla Fao e prevede che 15 esperti vietnamiti aiutino il Ciad per un periodo di due anni. I Ciad aveva già firmato l'accordo in precedenza e la collaborazione dovrebbe costare 2 milioni di dollari che il governo di N'Djamena riceverà attraverso il Fondo realizzato con la Fao che fornirà anche la sua assistenza tecnica.
Si tratta sicuramente di un buon esempio di collaborazione sud-sud (grazie agli aiuti internazionali) che permette a due Paesi lontanissimi, ma con simili e tragiche esperienze di guerra e distruzione dell'ambiente , di scambiarsi esperienze e capacità tecniche "adatte" ai Paesi in via di sviluppo "saltando" gli aiuti e gli interventi dei Paesi sviluppati che troppo spesso non sono tecnologicamente tagliati per realtà di povertà estrema e di sviluppo tecnologico e di servizi pressoché inesistente come quello del Ciad.