[29/03/2010] News
LIVORNO. Forse l'Ipcc (fidandosi di un non proprio preciso dossier del Wwf) non avrà azzeccato la previsione sullo scioglimento dei ghiacciai dell'Himalaya ma quelle sullo scioglimento dei ghiacciai delle Ande sembrano non solo confermate ma stanno assumendo aspetti ancora più preoccupanti: secondo quanto ha dichiarato un gruppo di esperti a Radio Programa del Perù (Rpp), i ghiacciai peruviani negli ultimi 30 anni si sono ridotti del 30% a causa del global warming. In Perù si concentrano più del 70% dei ghiacciai andini.
Per Carlos Amat y León, ex ministro dell'agricoltura del Perù e professore di economia dell'università del Pacífico, «Il punto centrale è il cambiamento climatico. E' evidente che in Perú negli ultimi 30 anni si sono ridotti del 30% i ghiacciai. Questa non è una fantasia. Il regime idrico sta cambiando. La diminuzione delle calotte glaciali ha avuto come conseguenza una minore ritenzione di acqua da parte dei ghiacciai e, quindi, una minore quantità di acqua disponibile per la popolazione».
Bernex Nicol, direttrice del centro di ricerca di geografia applicata alla Pontificia Universidad Católica Del Perú, ha lanciato l'allarme anche rispetto alla diminuzione della portata idrica dei fiumi che sfociano nell'Oceano Pacifico a causa della deforestazione delle aree dove hanno le loro sorgenti, nel nord della Cordigliera andina: «Abbiamo osservato che sul nostri territorio, che è estremamente diversificato, si producono numerose mutazioni climatiche provocate. Non solo dal cambiamento climatico globale. Più del 50% delle sorgenti del nord delle Ande sono state prosciugate dalla deforestazione».
Da parte sua, un altro ex ministro, Pedro Pablo Kuczynski ha detto che «in Perù ci sono circa 10 milioni di persone senza accesso all'acqua potabile nelle loro case. A tal fine, il governo aveva stabilito un Piano che, con un investimento di 10 miliardi di dollari, permette di portare la copertura di acqua potabile al 95% della popolazione. Nei prossimi 10 anni arriveremo a questa copertura. Questo è l'obiettivo ed è realizzabile. Ho lanciato il Pacto por el Agua per mettere l'acqua sulla mappa della coscienza politica del Paese».
Manuel Pulgar Vidal, presidente della Sociedad Peruana de Derecho Ambiental, non è sembrato molto convinto delle buone intenzioni dei politici presenti e si è lamentato dello spreco e della dispersione di acqua in tutto il Perù: «Il 50% della risorsa viene persa attraverso tubazioni in cattive condizioni».
La Ong Glaciares Perú propone una singolare soluzione: dipingere di bianco la cima dei ghiacciai peruviani, riprendendo la proposta della Banca mondiale di qualche tempo fa pitturare di bianco i tetti delle case per creare l'effetto albedo, riflettendo così le radiazioni solari. Secondo l'associazione se non si attueranno soluzioni drastiche entro il 2015 tutti i ghiacciai al di sotto dei 5.500 metri di quota spariranno. Quindi questi strani "ambientalisti" propongono questa radicale impresa di ingegneria ambientale che impedirebbe lo "scurimento" delle montagne causato dallo scioglimento dei ghiacciai, con il conseguente ulteriore assorbimento di calore. Il problema è che verrebbero sepolti sotto una mano di cemento bianco habitat fragilissimi. Eppure il presidente di Glaciares Perù, Eduardo Gold, dice: «La pittura bianca ha un albedo uguale alla neve e permette che l'80% della radiazione solare se ne vada nello spazio e che solo il 15% di essa si trasformi in calore».
Bisognerà capire chi, pennello alla mano, dipingerà le Ande... e soprattutto chi rinfrescherà alla bisogna la vernice.