[29/03/2010] News
FIRENZE. Torna a parlare del Po il Wwf Italia in seguito all'allarme lanciato dai pescatori del Delta del fiume per una moria di vongole. Non è possibile ad oggi fare nessun collegamento con l'inquinamento da idrocarburi, riversato nel sistema Lambro-Po, ma considerato che è passato solo un mese e che sono andati in acqua circa 2800 tonnellate tra gasolio e oli combustibili qualche dubbio è più che lecito.
«A un mese di distanza dall'emergenza Lambro - Po, si è ancora in attesa dell'ordinanza che avrebbe dovuto sbloccare e avviare un piano di monitoraggio per valutare le conseguenze dell'inquinamento sull'intero ecosistema»- denunciano dal Wwf Italia. La moria di vongole e i ricci spiaggiati nel Delta del Po di questi giorni sono comunque una conferma della vulnerabilità di questo prezioso ecosistema.
Per il Wwf Italia si è perso e si sta perdendo tempo e ad oggi non sono state avviate una serie di azioni proposte dall'associazione: un piano di monitoraggio che preveda analisi chimiche delle acque e dei sedimenti; la valutazione dello stato di alcune popolazioni di specie protette soprattutto nei Sic (Siti importanza comunitaria) del tratto di Po interessato dall'inquinamento di febbraio; l'individuazione di alcune particolari specie (molluschi, pesci, piante acquatiche) per verificare eventuali bioaccumuli di inquinanti nei tessuti e valutare le conseguenze dell'inquinamento nella catena trofica; predisporre urgentemente un sito internet per garantire in modo trasparente la disponibilità dei dati riguardanti l'inquinamento e i monitoraggi in corso; rendere pubblico il catasto degli impianti a rischio nelle fasce fluviali del Po e dei suoi affluenti, trattandosi queste di aree a rischio idrogeologico.
«Come era prevedibile ai proclami, peraltro esageratamente rassicuranti, della Protezione civile e del ministero dell'Ambiente- proseguono dal Wwf- non sono seguite le urgenti azioni necessarie e, ad oggi non è dato sapere se siano disponibili o meno i, "forse", 12 milioni di euro, che avrebbero costituito una prima tranches di contributi per coprire le spese delle prime azioni di bonifica, le indagini supplementari, l'avvio di un piano di monitoraggio integrato e la redazione di piano di bonifica» concludono dall'associazione ambientalista.