[31/03/2010] News
LIVORNO. Il progetto idroelettrico di Nam Theun 2 è il più grande del sud-est asiatico: una diga nel cuore del Laos che a regime produrrà 1.075 MW per approvvigionare di elettricità l'area ma soprattutto la Thailandia. Però, a due settimane dall'entrata in funzione dell'impianto, l'obbligo contrattuale dei risarcimenti alle popolazioni locali non è stato rispettato. Nel 2005 la Banca Mondiale e l'Asian development bank (Adb) hanno dato il via libera a finanziamenti per circa 1,45 miliardi di dollari per il progetto che è stato realizzato dal consorzio Nam Theun 2 Power Company (Ntpc) nel quale Électricité de France (Edf) ha il 35% delle quote, l'impresa statale Électricité du Laos il 25% come la thailandese Electricity Generating Public Company Limited, mentre l'Italian-Thai Development Public Company Limited ha il restante 15%.
Edf è naturalmente capofila del consorzio e la Banca mondiale garantisce nel caso che al governo comunista di Ventiane venga in mente di nazionalizzare o espropriare diga e centrale alla fine della concessione di 25 anni. Nonostante tutto questo, la vita economica della centrale idroelettrica è stata tribolata: la Thailandia ha già più volte rinegoziato il prezzo di acquisto dell'energia elettrica, anche perché ha il coltello dalla parte del manico: il 95% dell'energia prodotta a Nam Theun 2 finisce in Thailandia e il poverissimo Laos riceve in cambio circa 80 milioni di dollari all'anno. Anche l'equilibrio del consorzio è abbastanza precario: nel 2003 Edf aveva deciso addirittura di ritirarsi dal progetto su richiesta dell'allora ministro delle finanze francesi Francis Mer, poi la Francia è tornata sui suoi passi dopo che il Laos aveva ricevuto personalmente dall'allora presidente Jacques Chirac l'impegno a sostenere Nam Theun 2. La costruzione del bacino da 3,5 miliardi di m3 è cominciata nell'aprile 2008, il primo Kwh è stato prodotto a metà 2009.
Il progetto è stato contestato da molte associazioni ambientaliste e Les Amis de la Terre France sottolineano che «Il progetto non è economicamente sostenibile ed il costo ecologico è troppo forte per il Laos». Per il Wwf Thailandia la diga mette in pericolo i 200 - 300 elefanti selvatici che vivono sull'altipiano di Nakai, che alla fine sarà parzialmente inondato. Il Mouvement lao pour les Droits de l'Homme, che rappresenta l'opposizione laotiana in esilio, è totalmente contrario a questo progetto accettato dal regime comunista che secondo loro favorirà ancora di più la corruzione e non farà uscire le popolazioni locali dalla povertà.
La più critica è International Rivers, una associazione che ha la sua base in California, che si occupa degli impatti ambientali delle grandi dighe, che in un dossier basato su indagini sul posto (Laos' Nam Theun 2 Dam Operation Illegal) spiega: «Il più grande e controverso progetto idroelettrico del Laos, Nam Theun 2, è entrato in funzione in piena violazione degli obblighi giuridici di fornire indennizzi e mezzi di sussistenza alle comunità colpite. Nel tentativo di sottrarsi ai suoi obblighi, la Nam Theun 2 Power Company (Ntpc) ha chiamato la scorsa settimana l'avvio della produzione di energia "esportazione commerciale" di energia elettrica piuttosto che "operazione commerciale", cosa che richiederebbe il rispetto delle disposizioni dell'accordo di concessione». Ikuko Matsumoto, direttrice del Lao Program di International Rivers, spiega che «La Nam Theun 2 Power Company gestisce la diga senza rispettare il suo contratto di concessione. Il progetto viola i diritti umani delle popolazioni impedendo loro l'accesso all'acqua pulita e distruggendo fonti di cibo essenziali, senza fornire nessun risarcimento».
Sul Plateau Nakai, dove sono state reinsediate 6.200 persone per fare spazio al bacino della diga, gli abitanti non sono stati dotati di sistemi di irrigazione, in violazione degli impegni sottoscritti nell'accordo di concessione del progetto. Il progetto interessa anche 120.000 persone che vivono a valle della diga, lungo il fiume Xe Bang Fai. Quando l'impianto è entrato in funzione, il livello del Xe Bang Fai è aumentato di 3,6 metri e la società elettrica ha detto alle comunità che vivono lungo il fiume di non bere la sua acqua perché è inquinata. Però 5 delle 7 le pompe fornite alle comunità rurali per estrarre l'acqua potabile dal sottosuolo non funzionano oppure le acque di falda sono risultate non potabili a causa della presenza di metalli pesanti. Inoltre, gli appezzamenti coltivati lungo il fiume sono stati inondati, ma le comunità non hanno ancora ricevuto nessun indennizzo, in violazione della politica della Banca Mondiale. Si sono innescati anche gravi fenomeni erosivi a valle della diga e lungo il Xe Bang Fai, causati dalla fluttuazione dei livelli dell'e acque fluviali che si susseguono dal 2009, quando la Ntpc ha avviato i test di funzionamento, spazzando via molti orti fertilissimi.
La Matsumoto é molto arrabbiata per quello che sta succedendo a queste povere e indifese comunità rurali: «Come finanziatori di Nam Theun 2, la Banca mondiale, l'Asian Development Bank la Banca europea per gli investimenti, la Equator Principles Banks, la Coface, Bnp Paribas, la Société Générale e il Crédit Agricole hanno il dovere di assicurarsi che gli obblighi della Ntpc vengano rispettati e che gli indennizzi promessi agli abitanti dei villaggi del Laos siano rispettati. L'attività della diga deve essere bloccata fino a che la Nptc non sarà in regola con i suoi obblighi contrattuali».