[31/03/2010] News
LIVORNO. Al dodicesimo International energy forum (Ief ) in corso a Cancun, in Messico, partecipano, oltre agli Stati membri dell'Agenzia internazionale dell'energia (Iea) e dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), anche il Brasile, la Cina, l'India, il Messico, la Russia e il Sudafrica. Gli Stati Ief rappresentano più del 90% dell'offerta e della domanda mondiale di petrolio e gas naturale. Il forum, che promuove il dialogo tra i ministri dell'energia e i responsabile del settore energetico, ha soprattutto il compito di contribuire alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico a livello mondiale. In questi ultimi anni i temi all'ordine del giorno, quali le questioni di approvvigionamento di petrolio e gas naturale, sono stati allargati sempre più ad altre tematiche rilevanti in materia energetica, come ad esempio l'uso sostenibile dell'energia e, per la prima volta in occasione del vertice di Cancún, alla carenza di energia nei Paesi in via di sviluppo. Al centro dei dibattiti dell'Ief 2010 ci sono da un lato le incertezze sulla politiche energetiche e climatiche, nazionali e globali, emerse dal summit di Copenhagen e dall'altro quelle scaturite dal dibattito sui cambiamenti climatici. Ma la discussione è caldissima anche sugli investimenti in calo a causa della crisi economica e sui temuti deficit di approvvigionamento energetico che ne potrebbero derivare.
L'Ief si svolge a porte chiuse, ma qualcosa viene naturalmente fatto filtrare
Il segretario generale dell'Opec, Abdallah al-Badri, ha detto che dall'Ief dovrebbe venire una risposta per «Ridurre la speculazione eccessiva sul mercato energetico. La speculazione eccessiva è il più grave problema prodotto dall'instabilità dei prezzi energetici. Noi non possiamo fissare un prezzo assolutamente stabile, ma ci sforziamo di evitare gli alti e bassi eccessivi. Diversi fattori possono influenzare i prezzi. Speriamo di eliminarli ma non riusciremo a farlo del tutto». I fattori che limiterebbero la "volenterosa" azione dell'Opec sarebbero parecchi, a cominciare dalla geopolitica e passando per le catastrofi naturali e la speculazione. Secondo Abdallah al-Badri «Il prezzo attuale del petrolio, che si è stabilizzato a circa 77 dollari al barile, è ad un livello accettabile».
Certo, siamo lontani dal record dei 147 dollari del 2008, ma anche a più del doppio dei 33 dollari di fine 2008. Qualcosa non va e lo sa anche al-Badri che ha ripetuto un avvertimento ormai ricorrente: «I produttori di petrolio non saranno disposti a fare degli investimenti sostanziali nei progetti di esplorazione e produzione, nel caso che i prezzi siano al di sotto dei 70 dollari al barile». Un ammonimento al quale dovrebbero pensare anche tutti coloro che in questi giorni parlano e straparlano di nuovi giacimenti di petrolio ed idrocarburi raggiungibili con nuove e miracolose tecnologie che salverebbero il mondo dalla crisi del petrolio e renderebbero il "picco" una favola...
Non la pensa proprio così il ministro dell'energia messicana, Georgina Kessel, ha detto aprendo l'Ief: «Abbiamo davanti a noi un'agenda complessa che include i problemi energetici più preoccupanti che condividiamo: il declino delle riserve energetiche conosciute, l'aumento del costo delle risorse energetiche, l'imperiosa necessità di far fronte alla povertà energetica e la minaccia degli effetti del riscaldamento globale, solo per menzionarne alcuni (...). Confido che, contando sulle conoscenze tecniche di ogni Paese, ascoltando di prima mano la situazione e le aspettative delle vostre rispettive nazioni, comprendendo la complessa interdipendenza dei mercati energetici e, soprattutto, mediante la buona volontà che condividiamo, concluderemo sicuramente questa riunione con risultati concreti dei quali tutti potremo sentirci orgogliosi».
Il segretario generale dell'Opec ha annunciato che oggi l'Ief dovrebbe pubblicare una dichiarazione comune basata sulla cooperazione in materia di finanze e mercato petrolifero. Il forum messicano si è aperto lunedì con l'avvio ufficiale dell'Iniziativa dei dati petroliferi congiunti, una banca dati sulla produzione ed il consumo di petrolio in grado di aggiornare e regolarmente le statistiche fornite da ben 100 Paesi, il che dovrebbe consentire di avere un quadro reale che permetterebbe una maggiore trasparenza delle informazioni e il mantenimento della stabilità dei prezzi del petrolio.