[31/03/2010] News
LIVORNO. «La Cina ha sempre avuto un atteggiamento responsabile nello sfruttamento delle risorse idriche e respinge le informazioni secondo le quali la costruzione di una diga sul fiume Lancang, la parte superiore del fiume Mekong, ha provocato un calo dei livelli delle acque e la siccità nei Paesi a valle». A dirlo oggi durante una conferenza stampa è stato direttamente Qin Gang, il portavoce del ministero degli esteri cinese.
Il governo di Pechino respinge le accuse che vengono dai Paesi e dalle associazioni ambientaliste del sud-est asiatico: «Abbiamo notato queste informazioni e le consideriamo come accuse senza fondamento» ha spiegato un abbastanza irritato Qin Gang - Alcune province nel sud-est della Cina ed i Paesi rivieraschi del Mekong soffrono per una siccità persistente, che è dovuta ad un tempo secco prolungato. Solo il 3,5% del volume del fiume Mekong proviene dal fiume Lancang. Noi adottiamo un comportamento responsabile nell'utilizzo delle risorse idriche, manteniamo uno sviluppo ed un utilizzo ragionevole e sostenibile delle risorse idriche, tenendo sempre in considerazione gli interessi dei Paesi a valle. La Cina è in stretto contatto con i Paesi rivieraschi del Mekong a proposito delle risorse idriche e fornisce loro regolarmente dei dati idrologici». Peccato che quanto dice Quin sia in contrasto con quanto più volte affermato, anche di recente, dal suo stesso governo che individua negli sprechi , nella cattiva gestione e nell'inquinamento delle acque uno dei maggiori pericoli per la salute, l'ambiente e anche l'economia della Cina.
Già nel 2008 Robert Sutter, della Georgetown University e Chin-Hao Huang del Sipri scrivevano nel rapporto China-Southeast Asia Relations: Singapore Summits, Harmony, and Challenges: Le complicazioni ambientali e sociali di progetti di dighe di grandi dimensioni come la diga delle Tre Gole sono ben documentati, ma le implicazioni dei progetti di dighe cinesi in costruzione lungo i fiumi Mekong (Lacang) e Salween (Nu) secondo gli specialisti internazionali, presentano maggiori rischi negativi per la sopravvivenza di 70 milioni di persone che vivono di pesca ed di agricoltura nei Paesi del sud-est asiatico (Myanmar, Thailandia, Laos, Vietnam e Cambogia) Un recente rapporto del Parlamento europeo, "Clouds Ahead: China's Energy Policy in Light of Climate Change", ha notato con preoccupazione che i progetti idroelettrici cinesi e anche preso di mira per acquisti cinesi di grandi dimensioni (400.000 - 500.000 ettari) terreni nelle Filippine, e che hanno chiesto la vendita e proposto l'utilizzo di parecchi milioni di ettari di terra nelle Filippine, in Indonesia e altrove nel sudest asiatico, per la produzione di colture che saranno utilizzate per la produzione di bio-diesel ed altri bio-carburanti».
Anche l'asserita disponibilità cinese a fornire dati è stata quantomeno "sollecitata", visto che solo 4 giorni fa la Mekong River Commission (Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam) annunciava che «La Cina ha accettato di condividere dati idrologici con i paesi del bacino inferiore, pochi giorni prima di un vertice ad alto livello che si svolge a Hua Hin per discutere di questioni relative alla gestione del fiume ed al'azione regionale sui cambiamenti climatici». La regione del Mekong è una delle più vulnerabili al mondo agli impatti a lungo termine del cambiamento climatico e sono previsti periodi di secca più frequenti e le inondazioni più intense. Insieme al cambiamento climatico e all'energia idroelettrica, i paesi della Mrc discuteranno anche delle iniziative in materia di monitoraggio e contenimento delle inondazioni, di navigazione fluviale e del modo migliore per tutelare la salute ecologica e la biodiversità e di risorse della pesca del bacino del Mekong.
«La Cina ha dichiarato che è pronta a cominciare a offrire al Segretariato Mrc i dati di questa stagione secca delle stazioni idro-meteorologiche di Jinghong e Man'an, a partire da questa settimana - ha detto Jeremy Bird, direttore generale del segretariato Mrc - Questa è una notizia molto positiva, in quanto dimostra che la Cina è disposta a impegnarsi con i Paesi del bacino inferiore e cooperare ad un'indagine indipendente della Mrc sul regime dei flussi nella parte alta del bacino». Fino ad ora i cinesi avevano fornito, a partire dal 2002, solo i dati durante le stagioni delle alluvioni contribuendo a migliorare l'accuratezza della previsione delle inondazioni nella stagione umida. Le informazioni sui livelli dell'acqua nella stagione secca, saranno utilizzati anche per informare gli operatori sulle condizioni di navigazione del basso Mekong. Secondo la Mrc «La tempistica dell'annuncio prima del vertice è di buon auspicio per le discussioni tra la Mrc e la delegazione cinese durante il vertice. Aiuterà anche a dissipare le critiche riguardanti le dighe a monte in Cina che, sostengono i critici, hanno contribuito all'attuale situazione di siccità nel nord della Thailandia e in Laos. Le analisi già pubblicate dalla Mrc hanno dimostrato che i flussi bassi sono causati da precipitazioni estremamente basse, piuttosto che da qualsiasi infrastruttura artificiale sul fiume». Bird è soddisfatto: «La Cina accettando di condividere più dati ha fornito un buon esempio di cooperazione regionale. Bisogna chiarire ogni ambiguità su questo tema e in seguito costruire la fiducia necessaria per affrontare congiuntamente le altre questioni critiche che sono di fronte al bacino, come la sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici»