[31/03/2010] News
ROMA. L'acqua è un bene comune dell'umanità. Un bene pubblico che va gestito in modo ambientalmente sostenibile. Per noi questi sono principi inviolabili, da difendere con le unghie e con i denti.
Non siamo i difensori dello status quo, perché ci sono molte cose da cambiare e da migliorare. Bisogna ridurre gli sprechi e gli usi distorti della risorsa, superare inefficienze nella gestione, attivare più investimenti per acquedotti, fognature e depuratori, migliorare qualità e standard ambientali del servizio, garantire efficienza ed economicità della gestione. Tutto ciò richiede una forte regolazione pubblica, un ruolo centrale degli enti locali nell'affidamento del servizio, una legislazione nazionale chiara e coerente. Per questo ci siamo opposti al provvedimento del governo che spinge di fatto verso una privatizzazione forzata.
Ma non riteniamo che la via giusta per contrastare la forzatura del governo sia il referendum: sia perché alcuni dei quesiti referendari ci sembrano mal posti, sia perché è alto il rischio che anche questi referendum, come avviene ormai da tempo, non raggiungano il quorum di votanti e si trasformino in un boomerang. Meglio battere altre strade. Va in questa direzione la proposta di legge presentata dai senatori Ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che intende modificare la normativa imposta con il voto di fiducia dal governo Berlusconi riportando il tema della gestione del servizio idrico dentro un disegno riformatore coerente con le finalità di una gestione equa, sostenibile ed efficiente dell'acqua.