[02/04/2010] News

Incredibile: Areva accusa Greenpeace di essere poco trasparente sulle miniere di uranio in Niger!

LIVORNO. Ad Areva non devono essere andati molto giù bene i blitz di Greenpeace contro i suoi treni carichi di scorie nucleari, il blocco con un sit-in dell'ambasciata francese a Mosca e il martellamento continuo sul nucleare e sul flop dell'Epr che gli ambientalisti fanno ormai da mesi, sempre più ascoltati dai media e (a quanto pare dai risultati delle recenti regionali in Francia elettorali) anche dagli elettori. Sarà per questo che il colosso nucleare francese se ne è uscito con un comunicato che evidentemente vorrebbe mette in dubbio la correttezza di Greenpeace m a che rischia di trasformarsi un una surreale autorete. Scrive Areva: «Attraverso un'iniziativa di Areva, una delegazione composta da 5 rappresentanti di Greenpeace si e recata sulle installazioni minerarie del gruppo situate nel nord del Niger nel mese di novembre 2009 L'Ong ha realizzato delle misurazioni e dei prelievi su questi siti senza trasmetterli né condividerli con Areva.

Greenpeace ne trae numerose interpretazioni ed affermazioni senza fondamento. Il gruppo è dispiaciuto per questa mancanza di trasparenza. L'attività di Areva in Niger è condotta nel rispetto degli standard internazionali in materia di sicurezza, salute e protezione dell'ambiente. Le molteplici ispezioni ed audits internazionali che Greenpeace chiede a gran voce hanno già avuto luogo a più riprese nel corso degli ultimi anni. Coosì l'Irsn, Quanta Médical, Gispe o l'Afaq si sono già recati sui siti del gruppo per certificare la qualità del sistema di gestione dell'ambiente, della salute e della radioprotezione. Areva ha anche sviluppato in partenariato con lo Stato del Niger, Sherpa e Médecins du Monde un Osservatorio della salute incaricato di assicurare il controllo post-professionale degli ex minatori e un monitoraggio sanitario della popolazione. Questo è un impegno senza precedenti nel mondo industriale. Il gruppo ribadisce la sua disponibilità per un dialogo sereno ed argomentato e conferma il suo impegno a favore dello sviluppo di un'attività n mineraria responsabile ed equa».

Areva ha veramente una bella faccia tosta: mentre scavava l'uranio in Niger, diventando una specie di padre-poadrone di uno dei Paesi più poveri del mondo, sotto la sua ala protettrice si scatenavano golpe militari a ripetizione, elezioni truffa, regimi autoritari indecenti, guerriglie tuaregh contro il governo centrale di Niamey che avevano di mira proprio le miniere di uranio francesi, strani passaggi della guerriglia che passava dagli attacchi ad Areva agli accordi con Areva.... La verità è che la società nucleare francese in Niger è uno Stato nello Stato che perpetua il peggiore neo-colonialismo e che questo si è sempre cibato di mancanza di trasparenza, intrighi, rapporti con dittatori sanguinari ed avidi clan tribali.

Già nel 2007 un rapporto redatto da diverse Ong e associazioni ambientaliste accusava Areva di negligenza nello sfruttamento delle miniere del Niger, denunciando la morte di molti lavoratori a causa dell'esposizione all'uranio ed al radon. L'impresa nucleare francese era accusata di aver volontariamente nascosto ai alavoeratori, almeno dal 1999, i rischi che correvano stando vicini al minerale radioattivo, o abitando in case costruite con materiale proveniente dalle vicinanza delle miniere o nelle discariche minerarie, oppure mangiando cibo contaminato.

Anche allora Areva rispose che «Bisogna provare scientificamente se queste malattie siano dovute all'attività professionale, cosa di cui dubitiamo», poi si precipitò a fare quell'Osservatorio della salute di cui oggi si vanta, ma definì "prematura" la richiesta di costituire un fondo di indennizzo per le vittime fatta proprio da Médecins du Monde. Fu sempre in quell'occasione che l'associazione di giuristi Sherpa, che aveva già costretto la Total ad indennizzare degli operai birmani, disse di avere elementi sufficienti per avviare contro Areva «Una o due procedure legali lunghe e complesse in Francia».

Quelle che Areva presenta come benevole concessioni sono state a volte strappate con le armi della guerriglia (o per timore dell'ennesimo golpista di turno) e grazie alla denunce delle Ong locali e di associazioni ambientaliste internazionali come Greenpeace. Magari anche dimostrando, come da una recente indagine del laboratorio francese indipendente Criirad, che è stata ripresa anche da Greenreport qualche mese fa, il livello insostenibile di radiazioni che assorbono ogni giorno inconsapevolmente gli abitanti dei villaggi vicino alle miniere e la devastazione ambientale che Areva ha compiuto in Niger.

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