[06/04/2010] News toscana

Parchi, boschi e altro: si delinea la nuova agenda regionale

PISA. Qualche giorno fa è stata data notizia che il settore forestale della regione Toscana con gli enti competenti; comuni, province e comunità montane hanno messo a punto significativi impegni in un settore molto importante sotto molti profili. Tra gli enti si noterà non figurano i parchi. In contemporanea però Mostardini su greenreport.it (vedi link) commentava l'accordo assai importante per le foreste Casentinesi che invece riguardava anche quel Parco nazionale che da non molto ha approvato peraltro  il suo piano che a quei problemi riserva ovviamente non poca attenzione e impegno.

Da poco è stato predisposto dal governo un ponderoso documento sulla biodiversità sul quale presto dovrà pronunciarsi la Conferenza stato regioni che alle foreste come ai tanti altri aspetti relativi alla tutela della biodiversità nel nostro paese e in Europa dedica ampio spazio e proposte operative. Per tutte le questioni dalla foreste alla coste, dall'agricoltura alle energie rinnovabili le aree protette sono indicate costantemente tra i soggetti più importanti e qualificati anche sotto il profilo della gestione integrata tra stato, regioni ed enti locali. Riaffiora quindi nel contesto regionale qualche contraddizione resa più evidente da altre notizie anch'esse di questi giorni che in Maremma si sta pensando di allargare quel parco ormai storico, o che in Val di Cornia sono aperti da tempo ormai problemi a cui dovrà prima o poi essere una data una risposta meno esitante. Intanto la Regione Emilia con quella delle Marche sta definendo un suo rapporto con il parco regionale marchigiano di Sasso Simone Simoncello.

Non molto tempo fa in una iniziativa alla provincia di Arezzo promossa con la Legautonomie toscana prospettammo all'assessorato toscano che sarebbe stato opportuno avviare contatti come ora ha fatto l'Emilia. Sul  Magra dove opera un unico bacino tosco-ligure e un parco regionale ligure si pone da tempo lo stesso problema più volte discusso in iniziative pubbliche che ora sulla base anche del recente protocollo appenninico tra le tre regioni (Toscana, Liguria, Emilia) sarebbe ora di riprendere. D'altronde per la nostra regione dove due dei tre parchi nazionali sono interregionali dovrebbe essere agevole comprendere il valore di questi rapporti che proprio perché riguardano l'ambiente vanno al di là dei confini amministrativi. Riguardano insomma una dimensione che è la sola oggi in grado di  mettere a punto una programmazione che il PIT per molti versi ha eluso ed elude.

Sia detto senza polemica; questa è anche la dimensione che meglio si attaglia a quella ricerca di partecipazione che se vuole avere un senso non di facciata deve misurasi con la dimensione ‘concreta' degli interventi.

Il nuovo assessore non dovrebbe faticare molto a mettere a punto la sua agenda specie se ripartirà dalle questioni irrisolte ereditate a cominciare dalla legge regionale sulle aree protette da troppo tempo in sala d'aspetto.

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