[06/04/2010] News
LIVORNO. L'anniversario dell'olocausto nucleare di Cernobyl si avvicina e sui media russi fioriscono le notizie rassicuranti sulla sicurezza del nucleare, sugli sforzi dell'industria atomica e degli scienziati russi (naturalmente sempre all'avanguardia, come già in epoca sovietica) e sui nuovi miracoli tecnologici (opportunamente già testati all'estero) che dovrebbero evitare una tragedia presto dimenticata e addirittura finita oltre confine con il dissolvimento dell'Urss e la nascita dei due Paesi più colpiti dal disastro nucleare: Ucraina e Bielorussia.
I russi annunciano di aver messo a punto un impianto in grado di "intrappolare" i prodotti di fissione dell'uranio in caso di incidente nucleare. Secondo il sito nkj.ru «Si tratta di una tecnologia senza equivalenti al mondo». L'impianto in una "trappola" per gli elementi "in fusione" creata nel pozzo che si trova sotto il reattore nucleare e un prototipo è in corso di installazione sotto il reattore N°1 AES-2006 della centrale Leningradskaïa-2 (LAES-2 - nella foto), il nuovo impianto nucleare di San Pietroburgo.
Il progetto di costruzione della centrale LAES-2 è inserito nel programma a lungo termine di Rosatom, il monopolista pubblico del nucleare russo, per il periodo 2009-2015 e ogni reattore del tipo VVER di cui è dotata ha una potenza di 1.198 MW e una durata di vita prevista in 50 anni. Il primo reattore della LAES-2 dovrebbe entrare in servizio nel 2013, il N°2 nel 2016.
Leonid Reznikov, direttore della compagnia SPbAEP e progettista della centrale ha detto alla rivista Nauka i jizn che «Queste attrezzature innovatrici sono state progettate da un collettivo di ricercatori ed ingegneri di Mosca e San Pietroburgo». Questo impianto è stato installato per la prima volta al mondo, su un reattore della centrale di Taiwan, in Cina, secondo un progetto russo della stessa compagnia SPbAEP.
«Questa "trappola a fusione" - dice Reznikov - si presenta sotto forma di una costruzione conica metallica di un peso totale di oltre 800 tonnellate, che si trova sul fondo del pozzo del reattore nucleare. Nella "trappola" del reattore N°1 della centrale LAES-2, si tratta di un doppio corpo, il primo ha una parete dello spessore di 60 mm e il secondo di 30 mm. Lo spazio tra le due pareti è occupato da una materia speciale chiamata "il sacrificio" o meglio ancora Goja (abbreviazione delle parole russe che significano Granuli di ossido di ferro + ossido di allumino). In caso di incidente grave, se i sistemi di protezione del reattore si dimostrano non operativi, si produce una fusione locale della parete interna dei corpi: i granuli entrano allora in interazione con l'elemento in fusione, creando così una barriera di protezione addizionale, evitando la fusione del corpo esterno. Questo esclude quindi che i prodotti della fissione del combustibile nucleare penetrino nella parte della centrale dove circolano gli uomini. Inoltre, è previsto nella costruzione della "trappola" per i reattori della LAES-2, un sistema di raffreddamento completamente passivo (libero). Di "trappole" dello stesso tipo verranno equipaggiati i reattori AES-2006 costruiti attualmente in Russia».