[03/08/2009] News

Marea nera “cinese” sulle coste norvegesi

LIVORNO. In Norvegia il 31 luglio è naufragata la "Full City", una petroliera battente bandiera panamense con 23 marinai a bordo che, a causa del maltempo e di una panne dei motori, si è schiantata contro un isolotto nel pressi di Langesund, vicino alle spiagge di Aust-Agder e Risoer. La petroliera era carica di 1.120 tonnellate di greggio e secondo le autorità costiere norvegesi non si sa ancora bene quanto petrolio sarebbe finito in mare, inquinando isolotti, scogli e i fiordi circostanti. Per la Norwegian News Agency (Ntb) le tonnellate di greggio fuoriuscite dalla "Full City" sarebbero almeno 200.

La zona più colpita sarebbe quella a sud dell'isola di Såstein, vicino al paese di Porsgrunn. Sono immediatamente entrate in azione squadre di pulizia che hanno prima cercato di contenere il petrolio con le panne e le barriere galleggianti e poi si sono dedicate alla pulizia delle coste e soprattutto all'opera di salvataggio degli uccelli marini che vivono in folte colonie nell'area colpita dalla marea nera.

Il petrolio ha già raggiunto la costa di Telemark, ad ovest della città di Larvik, 132 km a sud di Oslo, il ministro norvegese dell'ambiente, Erik Solheim, e la sua collega alle coste ed alla pesca,  Helga Pedersen, si sono immediatamente recati sul luogo del disastro per seguire le operazioni di pulizia. La Pedersen, davanti alle conseguenze della marea nera su coste ed uccelli, ha detto: «Sono molto triste ed ho grande compassione per la popolazione locale. Ma in ogni modo le attività dell'amministrazione costiera norvegese, delle altre agenzie governative e dei comuni dell'area sono in pieno svolgimento. Inoltre, c'è una grande mobilitazione dei volontari».

Nonostante la bandiera di comodo panamense e la registrazione alle Bahamas, la stampa norvegese non ha dubbi nel definire, 'Full City", lunga 167 metri, una nave cinese e Aftenposten, il principale quotidiano norvegese, scrive oggi che non è ancora chiaro quanto petrolio sia ancora in acqua, intanto stamattina sono riprese le operazioni di pulizia e di pompaggio del greggio e l'amministrazione costiera norvegese ha lavorato tutta la domenica per cercare di impedire che l'inquinamento raggiungesse altri fiordi e canali e aree naturali vulnerabili, fino ad ora sono state recuperate dal mare 120 tonnellate di greggio, la gran parte in baie ed insenature, ed è iniziato lo svuotamento della petroliera.

Nel frattempo sta scoppiando una polemica sugli uccelli marini che sono stati colpiti dalla marea nera e che vengono raccolti ed avviati a centri di "lavaggio", un metodo che non è condiviso da diversi ornitologi norvegesi che sottolineano che 9 uccelli marini contaminati su 10 non sopravvivono a questo metodo.

Venerdì il comune di Bamble aveva dato immediatamente l'ordine di abbattere gli uccelli colpiti in maniera grave dalla marea nera, ma sabato, dopo le proteste di Wwf e Noah naturvernerne, le autorità locali hanno ritirato la direttiva.

Non è d'accordo con gli ambientalisti Anker-Nilssen, del Norsk institutt for naturforskning (Nina), «Non si può pensare che si salvino  più del 10 - 15% cento degli uccelli lavati e con tutta probabilità la pulizia dal petrolio danneggia gli uccelli marini, che muoiono dopo il loro rilascio in campo aperto».

Secondo le stima fatte dal  Direktoratet for naturforvaltning, sarebbero più di mille gli uccelli fortemente colpiti dal naufragio della "Full City", un numero fino ad ora molto limitato rispetto alle popolazioni che nidificano nella zona e che comprendono anche specie di avifauna rare ed a rischio di estinzione.

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