[06/04/2010] News
LIVORNO. La multinazionale francese Total dall'inizio dell'anno è sotto accusa per corruzione all'interno dell'inchiesta sul programma dell'Onu "petrolio contro cibo" che riguardava l'Iraq sotto embargo di Saddam Hussein tra il 1996 e il 2003. La Reuters sottolinea che «Questa decisione a sorpresa, tenuta segrete fino ad oggi, è stata resa pubblica dalla società francese nel suo rapporto annuale e confermata alla Reuters martedì dall'ufficio di Parigi».
La Total spiega «all'inizio del 2010, malgrado "l'avis du parquet", un nuovo giudice istruttore ha deciso di mettere sotto inchiesta Total SA per corruzione così come per complicità ed occultamento di traffici illegali. Questa messa sotto inchiesta interviene 8 anni dopo l'inizio del procedimento, senza che alcun nuovo elemento sia stato inserito nel dossier».
Total (come molte altre multinazionali, capi di governo, politici e uomini di affari occidentali che trafficavano allegramente con Saddam) credeva di essere uscita indenne dalle indagini dopo che nel 2007 era stato messo sotto inchiesta il suo patron Christophe de Margerie che all'epoca di Saddam Hussein era il direttore della compagnia petrolifera per il Medio Oriente. Ora tremano anche l'ex ministro degli interni (1993-1995) di centro-destra Charles Pasqua ed alter personalità politiche francesi che erano sotto inchiesta per lo stesso brutto affare e che ormai sembrava destinato all'oblio.
Per Pasqua nel settembre 2009 era stato richiesta l'archiviazione. Ora il giudice Serge Tournaire ha riesumato il dossier Iraq, rimesso sotto inchiesta la Total e annunciato un nuovo esame giuridico dei fatti che anche sugli interrogatori di ex esponenti della dittatura irakena, come l'ex ministro degli esteri Tarek Aziz, uomo molto ben visto anche in ambienti diplomatici vaticani e amico di diversi politici italiani.
Il tutto nasce da "petrolio contro cibo" l'operazione Onu svoltasi in Iraq tra il 1996 e il 2003 che avrebbe dovuto alleviare le sofferenze della popolazione piegata dall'embargo occidentale contro il regime di Saddam Hussein. L'operazione in realtà si tramutò in un arricchimento degli uomini del regime baathista e, come hanno abbondantemente spiegato diversi rapporti ufficiali dell'Onu, in una corruzione a livello planetario, con oltre 10 miliardi di dollari rubati ai bimbi ed alle donne irakeni che morivano di malnutrizione e mancanza di medicine mentre rispettabili multinazionali e noti uomini politici liberali e liberisti si gonfiavano le tasche. Tra questi c'era anche la Total che, come si legge in documenti ritrovati negli archi del governo di Bagdad e pubblicarti dall'Onu, oliava generosamente la cricca di Saddam Hussein. Inoltre anche personalità politiche francesi, in stragrande maggioranza della "droite", hanno avuto generosi "coupons" in euro e azioni petrolifere poi rivenduti alle società che erano abilitate ad estrarre il greggio irakeno in cambio di aiuti alimentari.
Sotto inchiesta anche Serge Boidevaix, ex segretario generale del Quai d'Orsay, Jean-Bernard Mérimée, ambasciatore francese all'Onu dal 1991 al 1995 (che ha riconosciuto di aver preso soldi per restaurare la sua villa in Marocco) , Gilles Munier, segretario dell''Association des amitiés franco-irakiennes, Michel Grimard, ex membro del consiglio nazionale del partito di Sarkozy e Claude Kaspereit, figlio di un noto padre "nobile" del gaullismo.