[06/04/2010] News toscana
FIRENZE. Il gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale di Firenze, preoccupato per i risvolti ambientali ed occupazionali conseguenti alle decisioni del Gruppo Fs in merito al trasporto merci, chiede che l'amministrazione provinciale si attivi su questo tema. La comunicazione di Cargo-Trenitalia- Gruppo Fs ai sindacati regionali e alle Rsu della chiusura degli scali merci di Grosseto, Chiusi, Empoli, Arezzo e San Giovanni per i consiglieri di Rc Andrea Calò e Lorenzo Verdi, è «di fatto l'inizio dello smantellamento del trasporto delle merci ferroviarie in Toscana».
Per competenza territoriale i due consiglieri provinciali si sono soffermati sullo scalo merci di Empoli: «ancora una scelta irresponsabile contro il tessuto produttivo della Toscana, continuando ad aumentare il trasporto merci su gomma, con ripercussioni fortemente negative su traffico e ambiente». Per questo motivo Rifondazione ha presentato una domanda d'attualità in Consiglio rivolgendosi direttamente al presidente Barducci e alla sua giunta: «condividendo la preoccupazione dei lavoratori e degli stessi amministrazioni locali, chiediamo cosa intende fare la provincia per scongiurare la dismissione della stazione merci dell'Empolese, e di riferire in Consiglio se l'Amministrazione provinciale intenda attivare presso la Regione Toscana un tavolo nell'intento di rafforzare il fronte istituzionale per costringere il Gruppo Fs a rivedere e incrementare le politiche della gestione delle trasporto merci su ferro».
Tutela dell'ambiente e occupazione (diretta e dell'indotto) del territorio empolese (e degli altri della Regione), in questo caso vanno di pari passo, quindi Rifondazione fa riferimento a quanto espresso in un una nota dei sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. «Siamo davanti da una parte a un sempre maggiore disimpegno sul trasporto delle merci in ferrovia e dall'altra a un'azione concreta di chiusura effettiva dell'attività sul territorio, che penalizza la mobilità delle merci dei siti produttivi già fortemente provati dal proseguire della crisi economica».