[09/04/2010] News toscana

Urbanistica, mobilità, amministrazione: tre tasselli per l'area metropolitana

FIRENZE. E' la dimensione metropolitana l'unica che, dal punto di vista politico e amministrativo, può essere in grado di governare le problematiche territoriali che caratterizzano l'area fiorentina. E questo vale soprattutto per quei due comparti (cioè l'urbanistica in senso stretto e la mobilità) che sono tra i più significativi sia in termini di incidenza sulla vita quotidiana della popolazione e di organizzazione della vita pubblica, sia riguardo al percorso di perseguimento della sostenibilità sociale ed ambientale.

Ma, per governare in modo adeguato le politiche di mobilità, occorre ricondurre la sua gestione all'interno del campo dell'urbanistica e non vedere i due comparti come separati. Dall'altro lato, la pianificazione/progettazione/gestione urbanistica non ha reale senso se non viene condotta in parallelo all'organizzazione della mobilità: in altri termini, come ha sostenuto il vicepresidente di Aci, Mario Preti, in un workshop organizzato dall'Automobil club e tenutosi oggi a Firenze, occorre che «ogni opera urbanistica che viene pianificata sia pensata anche in termini di gestione dei flussi di mobilità che essa indurrà».

Ciò anche per evolvere una situazione che vede, nell'area fiorentina, «il 75% degli spostamenti tuttora effettuati col mezzo privato», e per offrire risposte a cosa avviene in contesti come quello di Parigi, dove «il 38% del bilancio delle famiglie di lavoratori, in media, è speso per i trasporti», un dato che Preti ha definito «agghiacciante».

La volontà di Aci, il cui odierno workshop è inteso come il primo di una serie di incontri a cadenza trimestrale, è sostanzialmente quella di contribuire (e di prendere parte attiva, «facendo da catalizzatore e offrendo competenze e logistica») ad una gestione della mobilità metropolitana improntata ad una filosofia di governance, poiché «altrimenti la mobilità continuerà ad essere come la nazionale di calcio, sulla cui formazione ognuno ha la sua idea e la ritiene la migliore».

In questo senso, l'assessore al Turismo della provincia di Firenze, Giacomo Billi ha sottolineato che «è solo la dimensione metropolitana a poter fornire le soluzioni richieste per il trasporto pubblico», e ha ribadito la volontà dell'ente di «sciogliere la provincia di Firenze e creare la provincia metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia». Una proposta già sul tavolo da tempo, e riguardo alla quale, secondo Billi, «la provincia di Pistoia è sulle nostre posizioni, mentre a Prato ci sono maggiori resistenze».

Anche se «è dalla legge 142/90 che si parla di città metropolitana» - ha aggiunto Billi (in realtà già negli anni '70 iniziarono i primi accordi, poi abortiti, per la creazione del nuovo ente gestionale, nda) - «adesso il quadro normativo è diverso: entro la fine dell'anno dovrebbero essere approvati i decreti delegati della legge sul federalismo fiscale, e ciò dovrebbe consentirci di agire. Ma ce la faremo solo se "dal basso" (cioè in primis da Prato) saliranno richieste forti per agire in questa direzione».

Billi ha poi ribadito la convinzione («mia, ma soprattutto del presidente Barducci e della giunta provinciale») che «il tpl non può non passare dal centro storico di Firenze: non ci interessa se il passaggio avverrà al duomo o altrove, ciò che conta è che la tramvia funziona solo se passa anche dal centro storico». Ed è questo, secondo Billi, «un elemento imprescindibile, anche se poi le scelte competono al Comune: come possiamo far vivere il centro, se poi non ci facciamo passare le persone?»

Domande a cui sarebbe stato utile avesse risposto la giunta comunale fiorentina, che avrebbe dovuto essere rappresentata dall'assessore alla mobilità Mattei. Al suo posto è intyervenuto il presidente della commissione Ambiente e mobilità del consiglio comunale, Eros Cruccolini, che ha espresso («a titolo personale, essendo il mio partito - Sel - favorevole al passaggio della tramvia al duomo») il suo sostegno al mantenimento della piazza nelle condizioni attuali, «perché ciò che conta è far sì che cittadini e turisti arrivino vicino al duomo, non necessariamente "al" duomo».

Secondo Cruccolini, la ricetta per l'evoluzione del trasporto pubblico metropolitano passa «non per i blocchi del traffico», ma tramite il coinvolgimento («e il convincimento») della popolazione, la funzionalità del tpl («anche tramite incentivi per i dipendenti delle P.A. per l'utilizzo del tpl e rateizzazioni degli abbonamenti per i meno abbienti»), la creazione di più piste ciclabili e di un migliore sistema di trasporto merci su veicoli elettrici. Per la tramvia («una cosa fantastica) occorre migliorare il sistema di parcheggi scambiatori, «adesso non sufficienti».

Torna all'archivio