
[03/08/2009] News toscana
FIRENZE. Due nuove pietre miliari costeggiano da questo week-end l'accidentata strada della tramvia fiorentina. E entrambe paiono dipinte, ancor più delle precedenti, degli sgargianti colori dell'assurdo. Partiamo da ieri: secondo "La Nazione", da dieci giorni i tecnici del comune sono al lavoro per individuare concrete alternative per il passaggio dei tram accanto al Duomo. Le soluzioni finora individuate sono due: una che prevede di svolgere il percorso Stazione-san Marco passando per via Nazionale, per poi da piazza Indipendenza svoltare direttamente verso san Marco oppure raggiungerla indirettamente passando dai viali di circonvallazione.
Il percorso allo studio è da considerarsi ipotesi alquanto peregrina, poiché via Nazionale è l'unica staffa di penetrazione attualmente utilizzabile da chi giunge alla stazione di Smn con veicoli privati giungendo dalla zona nord e nord-est di Firenze. Comunque, se davvero la tramvia dovesse evitare il Duomo, la soluzione sarebbe tra le poche praticabili concretamente davanti alla sistemazione urbanistica della zona, anche se aprirebbe prospettive indecifrabili sul modo in cui garantire l'accesso privato alla stazione ferroviaria.
Altra strategia allo studio prevedrebbe, secondo "La Nazione", di far «arrivare tutte le linee in san Marco da una parte e alla stazione Smn dall'altra, per collegare il centro, pedonalizzato e potenziato nei servizi con marciapiedi tapis roulant (una vecchia e suggestiva idea mai realizzata) e bussini elettrici a far la spola».
Ecco quindi che, almeno secondo il quotidiano fiorentino, per evitare il passaggio al Duomo di una linea tramviaria si ipotizza la creazione di tapis roulant nelle strade del centro di Firenze (!). Di più: la linea tramviaria dovrebbe praticamente essere spezzata in due, e quindi l'utente che volesse - per fare un esempio - spostarsi dal quartiere dell'Isolotto (zona sud-ovest) a piazza della Libertà (a nord del centro storico), dovrebbe prendere il tram fino alla stazione, scendere, prendere il bussino elettrico (o lasciarsi dolcemente cullare dal delicato ronzio del tapis-roulant) fino a san Marco, e poi di nuovo la tramvia.
Non sembrano necessari ulteriori commenti sull'assurdità di tutto ciò: posto che il passaggio al Duomo appare l'unica garanzia di una reale sostenibilità economica del progetto-tramvia per ovvi motivi legati ai flussi turistici, è necessario comunque discutere delle alternative vista la ferma opposizione che il Governo continua a imporre al progetto. E' quindi giusto sospendere il giudizio in attesa che i tecnici e i politici propongano reali percorsi alternativi, compresa via Nazionale, anche se come detto sussistono perplessità non da poco a riguardo.
E' invece inconcepibile, e da contrastare con decisione, l'ipotesi che prevede una tramvia spezzettata in più parti, e in particolare è da ribadire come appaia più che irragionevole il pensare di non fare passare dei tram al Duomo (dove già oggi passa un numero di autobus che è stato stimato da 1800 a 2000 passaggi al giorno), ma di sostituire l'impatto di questa infrastruttura con quello di un tapis-roulant: l'idea non è nuova (ci provò già Bernard Winkler, proprio l'urbanista sotto la cui consulenza venne pedonalizzata piazza del Duomo nel 1991), ma francamente oltre ad essere insensata appare anche irrealizzabile.
In realtà, comunque, non va dimenticato che il passaggio al Duomo è da considerarsi soprattutto un pretesto col quale bloccare i lavori della tramvia da parte del Governo di centrodestra: lo dimostrano - ed è questa la seconda "nuova pietra miliare" sul percorso della tramvia di cui accennavamo in apertura - queste dichiarazioni rese ieri da Mario Razzanelli, capogruppo di "Firenze c'è", aggregazione di centrodestra alleata del Pdl in consiglio comunale: secondo Razzanelli, «la tramvia senza il passaggio al Duomo è priva di senso».
Ricordiamo che Razzanelli, da quasi un decennio, è tra i principali oppositori del progetto-tramvia e anzi ha costruito la sua visibilità politica proprio su questo tema. Il problema è che in tutti questi anni, anche se le reali intenzioni erano chiare (e cioè l'opposizione alla tramvia in sé e per sé), Razzanelli ha focalizzato la sua retorica politica sul passaggio al Duomo, e così ha fatto (ma solo successivamente, dopo una iniziale approvazione del progetto) l'intero centrodestra fiorentino: in altre parole, l'obiettivo reale (il no alla tramvia) è stato perseguito tramite una tattica indiretta, focalizzandosi cioè sul passaggio al Duomo, vera "strettoia" politica (oltre che logistica) dell'intero progetto.
Dopo anni di fiera resistenza (motivata per alcuni, meno per altri) da parte della vecchia amministrazione Domenici sul passaggio al Duomo, ecco che la nuova giunta apre alla discussione su progetti alternativi per il passaggio in centro. E Razzanelli che fa? Sposta l'asticella più in alto, e chiarisce così ancora una volta che il passaggio al Duomo era solo un pretesto.
Peraltro, appare anche illogico che gli stessi sostenitori del passaggio in sotterranea della mobilità ferrata urbana (e cioè la tramvia o il metrò che dir si voglia) siano tra i principali oppositori del passaggio della Tav in superficie, proprio a causa dell'eccessivo impatto che secondo loro avrebbe un tunnel sotterraneo.
Intanto, in attesa di sapere se anche il centrodestra fiorentino nella sua globalità, e soprattutto il Governo nazionale, si allineeranno ancora una volta alle posizioni di Razzanelli sulla tramvia, si avvicinano i termini della scadenza delle prime sanzioni (1° ottobre) che il comune di Firenze dovrà pagare per i ritardi che hanno caratterizzato (e stanno caratterizzando) il progetto. Questa la cronaca di un ennesimo assurdo week-end, o forse solo il racconto di un'altra scena (ed è certo che non sarà l'ultima) nel grande film tragicomico rappresentato dalla vicenda-tramvia.