[12/04/2010] News toscana
FIRENZE. E' stato inaugurato sabato l'impianto di teleriscaldamento di Pomino (comune di Rufina - Fi), posto in opera dalla Comunità montana della montagna fiorentina. L'ente territoriale, che riunisce le municipalità di Londa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rufina e San Godenzo, negli ultimi anni ha investito risorse significative sulla creazione di una filiera corta bosco-legno-energia a partire dalla messa in opera (dicembre 2004) di un piccolo impianto di teleriscaldamento a cippato che, con 320 Kw di taglia, soddisfa il fabbisogno del centro demaniale di Rincine (comune di Londa), dove è stato installato anche un impianto mini-idroelettrico sperimentale.
L'impianto di Pomino è il primo ad entrare in funzione dei tre attualmente previsti: per gli altri due, che saranno localizzati nelle frazioni di Vallombrosa (comune di Reggello) e Castagno d'Andrea (S.Godenzo), si sono appena conclusi i bandi di gara per la realizzazione.
La realizzazione dell'impianto (970 Kw di potenza installata, costo 1,3 milioni di euro, 550 tonnellate di CO2 non-emesse all'anno con l'utilizzo di 600 t/anno di cippato di provenienza locale al posto di 190 tonnellate di petrolio) permetterà a 72 utenze locali di ovviare la proprio fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria, peraltro in una zona che tuttora non è metanizzata.
Il percorso (iniziato nel 2005) di progettazione e realizzazione dell'impianto, peraltro, è stato caratterizzato da una diffusa impostazione partecipativa, che ha compreso - si legge in un comunicato della Comunità montana - lo svolgimento di «numerose assemblee pubbliche, visite ad impianti simili» e una forte campagna di comunicazione su scala locale.
Dopo l'impianto sperimentale al servizio di una singola sede di ente pubblico entrano quindi in funzione, nella montagna fiorentina, i primi impianti di teleriscaldamento destinati all'uso civico, e quindi dal campo della "sperimentazione" si entra - finalmente - in quello della "applicazione" della tecnologia di teleriscaldamento da biomasse. A questo elemento positivo si aggiunge la natura partecipativa del processo di progettazione dell'opera, e soprattutto il fatto che il cippato utilizzato sarà di esclusiva provenienza locale.
Questo ultimo elemento è di fondamentale importanza non solo per il perseguimento di una sostenibilità della "produzione" (in realtà trasformazione) di energia nelle regioni rurali e montane, ma in generale per un rilancio dell'economia rurale e di quella montana in direzione di una maggiore redditività delle operazioni selvicolturali data dalla possibilità di attribuire un valore economico a quelli che oggi sono considerati "scarti" di lavorazione legnosa.
La prospettiva è ora quella di estendere i progetti posti in opera a Pomino (e quelli, di prossima realizzazione, di Vallombrosa e Castagno d'Andrea) ad altre realtà del territorio gestito dalla Comunità montana: in questo senso il presidente dell'ente, Tiziano Lanzini, ha sostenuto che «la regione Toscana presto emetterà un altro bando per il finanziamento di questi impianti», bandi grazie ai quali l'intenzione è di «realizzare strutture come quella di Pomino in altre località non allacciate alla rete del metano».