[13/04/2010] News
LIVORNO. Il danno prodotto dalla petroliera-carboniera cinese Shen Neng 1 che si è andata ad incagliare nei giorni scorsi sulla Grande Barriere Corallina australiana sarebbe molto più grave di quanto si pensava all'inizio. Secondo quanto ha detto oggi all'Abc David Wachenfeld, il capo degli scienziati della Great Barrier Reef Marine Park Authority (Gbrmpa), la nave cinese avrebbe causato un danno diffuso che potrebbe richiedere 20 anni per ottenere un completo recupero. La Shen Neng 1 avrebbe scavato una breccia di circa tre chilometri nella barriera corallina al largo di Rockhampton. «Questo è di gran lunga la più grande ferita fatta da una nave che si sia mai vista fino ad oggi sulla Grande Barriera Corallina oggi - ha detto Wachenfeld - Questa nave ha avuto un forte impatto in loco e poi ha sparso il suo inquinamento. Questa cicatrice è più evidente in un'area di 3 km di lunghezza e fino a 250 metri di larghezza».
La nave cinese è stata rimessa in linea di galleggiamento solo ieri sera ed attualmente è in sicurezza ed ancorata nelle acque al largo di Great Keppel Island, un elicottero la sorvola continuamente per controllare anche eventuali altre possibili fuoriuscite di petrolio. Per i "pirati" cinesi si sta mettendo male: la polizia federale australiana sta indagando e dovrebbero arrivare presto le accuse penali che prevederebbero 3 anni di galera o 220.000 dollari australiani di multa
Stamattina il capo della park authority, Russell Reichelt, aveva detto che «La vernice tossica dello scafo della carboniera ha ucciso i coralli intorno alla Douglas Shoal, dove la nave si è incagliata il 3 aprile in un'area all'interno del parco marino. La vernice che si è staccata con l'urto è finita sulla barriera e sta uccidendo i coralli nelle sue vicinanze. Ci potrebbero volere settimane prima che l'entità complessiva dei danni sia nota e per trarne le dovute lezioni. Sono per molti versi un avvocato del parco marino ma penso che in passato abbiamo esercitato la migliore protezione dal traffico navale in tutto il mondo. Ma il meglio non è mai abbastanza buono, dobbiamo fare ancora di più, dobbiamo fare meglio».
La petroliera-carboniera è rimasta incagliata per 9 giorni e tutte le immagini mostravano un grande "pennacchio" bianco intorno allo scafo, secondo gli esperti australiani era la dimostrazione evidente che il cargo dopo aver colpito la barriera corallina ha continuato a muoversi spinto dal vento, "strisciando". Un team di biologi marini della marine park authority, del dipartimento ambiente del Queensland e dell'Australian institute of marine science, è già sul posto per effettuare una completa valutazione del danno ambientale.
Il ministro federale dell'Ambiente, Peter Garrett, ha detto che chiederà alla marine park authority una profonda indagine sul sito:« Ho chiesto allo scientific advisory panel I della Gbrmpa di fornirmi entro questo mese le informazioni relative alle indagini ambientali e una consulenza sui prossimi passi da fare».
Secondo Wachenfeld la nave cinese non ha solo ridotto in polvere una parte significativa della vita vegetale e animale, ma ha anche imbrattato un grande settore del Douglas Shoal con le vernici antivegetative e la contaminazione chimica potrebbe rendere i tempi di recupero ancora più lunghi delle più pessimistiche previsioni: «E' molto probabile che questa vernice contenga metalli pesanti. Ci potrebbe davvero volere un lasso di tempo molto più lungo per il recupero perché la vernice potrebbe impedire la ricolonizzazione da parte di flora e fauna. La secca sostiene un'ampia varietà di vegetali marini e di vita animale. Ci sono tutti i tipi di granchi, spugne, lumache, cetrioli di mare e così via, che sono stati polverizzati sotto la nave, senza lasciare alcuna traccia osservabile. Per quanto riguarda i pesci, gli effetti non saranno immediati, ma sacco di alghe che forniscono loro cibo e riparo sono andate distrutte.
Wachenfeld ha detto anche che la nave dell'Australian institute of marine science che è in procinto di ispezionare il danno userà la tecnologia più sofisticata per valutarlo ulteriore prima di decidere come rimuovere i residui di vernice antivegetativa.