[14/04/2010] News
LIVORNO. Greenpeace ha fatto due manifestazioni in Germania e Svezia per protestare contro la patata transgenica Amflora la cui coltivazione a fini commerciali è stata autorizzata a marzo dalla Commissione europea. «Questo nuovo Ogm, sviluppato dal marchio agro-chimico tedesco Basf, è il primo autorizzato per la coltivazione da 12 anni - spiega Greenpeace International - Si tratta di una patata arricchita in amido per i bisogni dell'industria della carta, che servirà anche a nutrire gli animali da allevamento e potrà contaminare la nostra alimentazione fino allo 0.9%».
Greenpeace ha fatto il suo primo blitz anti-ogm a Bütow, una città della Germania nord-orientale, dove gli attivisti ambientalisti hanno bloccato l'entrata di un deposito che immagazzina le sementi delle patate Amflora. I militanti di Greenpeace si sono incatenati alla porta dell'edificio inalberando un grosso cartello che annunciava: «Chiusura del magazzino europeo delle patate geneticamente modificate». Infatti nel deposito vengono stoccate 360 tonnellate di patate Ogm che dovrebbero essere coltivate non solo in Germania ma in altri paesi europei, come Svezia, Repubblica Ceca e Olanda che potrebbero cominciare fra poco a coltivare questo Ogm.
Nella capitale svedese Stoccolma i militanti di Greenpeace hanno protestato contro l'arrivo della patata Ogm della Basf organizzando un grande banchetto per 150 persone, con degustazione di una deliziosa zuppa biologica, disponendo i tavoli messi in modo da formare la parola Nej, "No" in svedese.
Secondo Greenpeace «La coltivazione e la commercializzazione di questa patata sono contrarie allo spirito della direttiva 2001/18 del 2001 relativa alla disseminazione di organismi geneticamente modificati che chiede di non utilizzare dei geni resistenti agli antibiotici perché questo pone un rischio inaccettabile per la salute umana ed animale. In più, la valutazione dei rischi ambientali non è stata condotta in maniera appropriata, il che è ugualmente contrario alla direttiva. Questo Ogm va vietato senza altre perdite di tempo, come hanno già fatto l'Austria, la Grecia, l'Ungheria e il Lussemburgo».