[14/04/2010] News
LIVORNO. La siccità che sta prosciugando da mesi il sud-ovest della Cina sta erodendo inesorabilmente l'habitat del fagiano di Hume (Syrmaticus humiae, chiamato anche fagiano della signora Hume o fagiano dalla coda striata). La situazione è particolarmente grave nella regione autonoma Zhuang del Guangxi, dove il 45% della vegetazione della riserva naturale di Jinzhongshan, che ospita la più importante popolazione cinese di questi fagiani, ha subito gravissimi danni a causa della siccità persistente.
Lu Zhenyan, un ricercatore che lavora a Jinzhongshan, ha detto all'agenzia Xinha: «A più di 200 uccelli della nostra riserva mancano acqua e cibo. La siccità minaccia il loro habitat del Guangxi e della provincia dello Yunnan dall'autunno scorso. Si accoppiano generalmente tra marzo e giugno. Ma diversi pulcini sono morti di sete. E' possibile un declino della popolazione».
BirdLife International sottolinea che nella Lita Rossa dell'Iucn «Questa specie è classificata come quasi a rischio in quanto le informazioni recenti indicano che è resiliente di sfruttamento e degrado dell'habitat. Anche se ha una popolazione abbastanza piccola e frammentata, il suo status in Myanmar è stato recentemente chiarito, e si pensa che sia sicuro», ma la siccità sta sconvolgendo questo quadro che iniziava ed essere preoccupante.
L'areale del fagiano di Hume è molto frammentato: popolazioni di Syrmaticus humiae si trovano negli stati del Manipur, Mizoram e Nagalandnel nord-est dell'India (circa 4.000 individui) nell'ovest e nel nord est del Myanmar (circa 6.000 individui), dove sembra ancora diffusa nello Stato dei Chin, e in Cina nello Yunnan e nel Guangxi , dove non si conosce il numero di questi fasanidi ma si pensa che sia ridotto a poche migliaia. Una piccola popolazione in declino di 200 - 500 individui resiste nel nord-ovest della Thailandia. In India il fagiano di Hume sembra sempre più raro, anche se recentemente sono stati individuati altri 20 nuovi siti dove sarebbe presente. In Cina fino ad ora le popolazioni, anche se rare e di difficile individuazione, sembravano relativamente stabili all'interno delle riserve naturali di Tongbiguan, Ailaoshan, Wuliangshan e Jinzhongshan. In india questi grandi e coloratissimi uccelli hanno trovato rifugio nei parchi nazionali di Murlen e Blue Mountain National Parks, e nel Wildlife Sanctuarys di nd Namdapha. In Thailandia sopravvivono nei santuari per la fauna selvatica di Doi Chang Dao e Lao Mae Sae grazie ad un progetto di conservazione avviato nel 2007. L'Appendix I della Cites li protegge da qualsiasi tipo di commercio in India, Thailandia, Myanmar e Cina.
Il problema è che queste protezioni che lo hanno salvato dall'estinzione dovuta alla caccia intensiva ed allo sviluppo dell'agricoltura, in Cina non sembrano più in grado di salvarlo dalla siccità che sta divorando il suo habitat fatto di foreste sub-tropicali, boschi misti di conifere e latifoglie su ripidi pendii rocciosi, interrotti da macchie e radure erbose.