[15/04/2010] News
LIVORNO. Secondo "Traffic Bulletin", la richiesta di rane per il consumo umano è in forte aumento in diverse regioni dell'Africa occidentale: «Dal Benin e dalla Nigeria, le rane sodo trasportate dai contadini nel sud della Nigeria per essere vendute. Trentadue tra di loro hanno riferito di aver venduto circa 2,7 milioni di rane all'anno, provenienti più spesso dalle regioni delle savane del nord della Nigeria, dal Benin, dal Ciad e dal vicino Niger».
L'articolo, intitolato "Secchi o fritti, gli anfibi sul mercato alimentare locale e regionale in Africa occidentale", descrive il commercio degli anfibi in Burkina Faso, Benin e Nigeria, basato su una rete costituita da pescatori, raccoglitori, commercianti locali ed altri personaggi implicati in questo commercio distruttivo.
Secondo Traffic: «In Burkina Faso, quasi tutte le rane raccolte sono state consumate localmente. La "tigre africana", la rana Hoplobatrachus occipitalis, è la specie più correntemente consumata. Le rane sono abitualmente vendute dai commercianti già fritte. Gli abitanti dei villaggi della regione di Ganzourgou consumano anche I rospi, che vengono quindi spellati, lavati e seccati per estrarre il veleno contenuto nella loro pelle».
Invece a Malanville, in Benin, le rane vengono catturate esclusivamente per rifornire il mercato nigeriano «Molti pescatori si sono recentemente riconvertiti nella cattura delle rane - spiega "Traffic Bulletin" - non a causa del guadagno elevato, ma soprattutto perché questo commercio può essere svolto in nero e produce una somma forfettaria di reddito, intorno ai 20 dollari per sacco. Un numero importante di collettori nigeriani sta occupando questo mercato».
Gli autori dell'articolo hanno accompagnato una squadra di 30 persone che hanno catturato 450.000 rane (450 sacchi pieni) in due mesi. In Burkina Faso, le rane vengono catturate con le mani o con delle reti, ma in Benin sono state fabbricate trappole speciali per gli anfibi e si utilizzano anche luci per scovarle nella notte ed ucciderle a bastonate.
Il commercio di rane è praticato in maniera non sostenibile in alcune regioni: «In Burkina Faso, le comunità locali raccontano che i volumi di cattura si sono ridotti, anche se non sanno se questo sia dovuto al sovra-sfruttamento, al deterioramento dell'habitat o ad altri fattori. Esistono rapporti simili provenienti dalla regione occidentale del Camerun, o dall'est della Nigeria, dove anche dei girini vengono catturati per l'alimentazione».
E' indubbio che le rane siano una fonte importante di proteine animali in molte zone dell'Africa occidentale, ma è altrettanto vero che attualmente non esiste in nessun Paese dell'Africa sub sahariana qualche legge che impedisca il sovra-sfruttamento degli anfibi.
Traffic sottolinea che «Le rane sono molto importanti per l'equilibrio ecosistemico: il India, per esempio, la tratta e l'esportazione delle rane sono state proibite a causa del loro ruolo nella lotta contro i parassiti agricoli e le zanzare le popolazioni di rane hanno in gran parte raggiunto i loro volumi numerici precedenti e l'importazione degli insetticidi è diminuita del 40%».
Secondo gli autori dello studio bisognerebbe puntare sull'allevamento delle specie più importanti dal punto di vista commerciale, sia per salvaguardare le popolazioni selvatiche che per procurare una fonte di reddito locale, «Tuttavia gli inconvenienti potenziali non sono inesistenti, come si potrebbe pensare, una riduzione degli abitanti dei villaggi non agricoltori, un sovra-sfruttamento ed un inquinamento dei suoli utilizzati dagli allevamenti, delle malattie e rischi sanitari di ogni ordine».