[16/04/2010] News
LIVORNO. Irin, l'agenzia stampa umanitaria dell'Onu, pubblica la storia di Gcinikaya Mpumza, il sindaco di un piccolo comune sperso sul massiccio sudafricano del Drakensberg, che si trova davanti ad un grande problema: oltre la metà dei suoi amministrati non ha accesso all'acqua a causa della povertà.
«Siamo un municipio rurale con entrate insufficienti - spiega all'Irin Mpumza - e fornire l'acqua coon i sistemi convenzionali costa molto denaro nella maggior parte delle zone». La folgorazione su come risolvere questo problema il sindaco sudafricano l'ha avuta leggendo per caso un articolo che parlava della "cattura" dell'acqua della nebbia, scritto da Jana Olivier, una climatologa della School of agriculture and environmental sciences dell'università del Sudafrica, che ha passato 20 anni a condurre ricerche su come captare l'umidità della nebbia, o meglio su come migliorarla, visto che si tratta di una pratica in uso in Sudafrica dal 1901 ed ormai utilizzata in diverse regioni montane del Paese e del mondo.
La procedra è abbastanza semplice: una rete a maglie molto fini viene tesa tra due punti, perpendicolarmente alla direzione del vento, per intrappolare e condensare le goccioline d'acqua della nebbia. L'acqua cola così in una grondaia o in una condotta alla base del pannello di rete, per essere raccolta nei depositi.
Mpumza ha contattato la Olivier ed a marzo il comune ha stanziato 300.000 rand (circa 41.000 dollari) per l'avvio di un progetto di partnership con l'università, oggi i 180 abitanti del villaggio di Cabazane hanno a disposizione 40.000 litri di acqua pulita ottenuta catturabndo la nebbia e non sono più obbligati a percorrere chilometri a piedi per attingere acqua dal ruscello più vicino. Un successo rapidissimo che ha portato il sindaco Mpumza a stanziare un altro milione di rand (circa 137. 300 dollari). «Cosi altri 4 villaggi ed una città della municipalità della quale sono il sindaci potranno beneficiare della captazione della nebbia - ha spiegato -. Un sistema convenzionale di canalizzazione dell'acqua avrebbe un costo di almeno 40 milioni di rand», circa 5,4 milioni di dollari)
Dal 1994 ad oggi il Sudafrica ha fatto grandi passi in avanti, rispetto all'epoca dell'apartheid, nel campo dell'approvvigionamento idrico. Allora solo il 61,7% delle famiglie aveva accesso ai servizi igienici ed idrici di base, nel 2007, secondo i dati del governo, l'87,2% delle famiglie sudafricane hanno accesso diretto all'acqua. Una situazione che però potrebbe peggiorare a causa dei cambiamenti climatici e della crescita dei consumi. Una delle preoccupazioni ambientali del Sudafrica è: avremo abbastanza acqua in futuro? I Sudafrica è un Paese semiarido dove le precipitazioni sono ripartite in maniera disuguale tra le varie regioni, sono più scarse nel nord e nell'ovest e maggiori nel sud e nell'est. Secondo il ministero dell'ambiente «La quantità d'acqua a disposizione oggi e in futuro dipende largamente dal clima, dall'utilizzo dell'acqua e dalle pratiche di gestione e sfruttamento dei suoli».
Secondo Wandile Nomquphu, direttore della Water research commission che si occupa della valutazione della quantità qualità delle risorse idriche sudafricane, la situazione non è allegra: «Il Sudafrica è tra i 30 principali Paesi del mondo dove le risorse idriche sono rare, ed il 60% del suo territorio è semiarido. Circa il 9% della nostra acqua è già allocata, il che non ci lascia che il 2% di margine di manovra. Inoltre, il Paese non ha abbastanza risorse idriche per attrarre gli investimenti industriali dei quali avrebbe bisogno per produrre il tasso di crescita economica del 6% necessario a ridurre la disoccupazione». Lo stesso governo di Pretoria ammette: «L'acqua dolce è la più restrittiva delle nostre risorse naturali».
Il problema, come spesso accade in Sudafrica, è quello della pesante industria mineraria: «Una della principali società industriali del Paese consuma altrettanta acqua di Città del Capo, che conta circa 4 milioni di abitanti - spiega Nomquphu - Per far fronte al problema il governo pensa di sfruttare le acque dell'Umzimvubu, nell'est della provincia del Capo, il solo fiume del Sudafrica non ancora dotato di una diga, nonostante che le fonti d'acqua alternative, come la nebbia, abbiano un grande potenziale. Il Sudafrica non ha ancora nemmeno condotto ricerche per determinare la quantità di acqua sotterranea di cui dispone ma speriamo di cartografare presto queste risorse. Le previsioni relative al cambiamento climatico lasciano presagire un avvenire poco brillante e senza acqua per il Sudafrica, ma queste previsioni si basano su dei modelli globali. Non sappiamo in quale misura queste previsioni siano esatte, perché non sono state adattate a scala del Paese o delle regioni».