
[19/04/2010] News
LIVORNO. Oggi a Cochabamba, in Bolivia ha preso il via l'accreditamento dei delegati e dei rappresentanti dei governi e delle Ong di tutto il mondo che partecipano alla prima Conferencia Mundial de los Pueblos sobre el Cambio Climático y los Derechos de la Madre Tierra (Cmpcc) che si svolgerà dal 20 al 22 aprile nel coliseo de Tiquipaya. Già da stasera si terranno comunque alcune riunioni sui temi locali come "Construyendo el vivir bien, logros de los cuatro años de gestión del presidente Evo Morales".
Secondo Pablo Groux, a capo del comitato organizzatore, o i delegati sono già 15.200 e più della metà sono stranieri e provengono da tutti i continenti. Sono accreditati anche più di mille giornalisti. «L'amore e la determinazione dei popoli può fermare la febbre dell Pacha Mama - ha detto Grouxa a Prensa Latina - L'apertura del forum avverrà con un rituale ancestrale nel quale i nativi faranno offerte alla Madre Terra». In chiusura della Conferenza ci sarà un evento di massa per celebrare il primo anniversario del Día Internacional de la Madre Tierra, instituito il 22 aprile dall'Onu su proposta della Bolivia.
Il successo della Conferenza è già andato oltre ogni aspettativa e gli organizzatori boliviani sono ora di fronte al problema di dove ospitare i delegati, visto che a Cochabamba ci sono solo 1.600 camere e l'intera regione sembra troppo "piccola" per ospitare tutti.
La Conferenza si dividerà in ben 17 gruppi di lavoro che si occuperanno delle cause strutturali dei danni all'ambiente, parte da una forte denuncia del capitalismo, e di temi come Armonia con la natura e benessere, Diritti della Madre Tierra, Rifugiati climatici, Referendum sul cambiamento climatico, Popoli indigeni, Debito ambientale, Visione condivisa, Protocollo di Kyoto; Accordi sulla riduzione delle emissioni di CO2, Adattamento, Finanziamento, Trasferimento di tecnologia, Boschi e cammino climatico; Pericoli del mercato del carbonio, Strategia ed azione... ed altri che verranno organizzati in base ai suggerimenti dei partecipanti. Le linee che verranno proposte dai tavoli di lavoro verranno definite e fatte proprie dai "Países de los cinco continentes en defensa del planeta y de la vida".
La Bolivia ha anche proposto l'istituzione di un Tribunale internazionale della giustizia climatica che dovrebbe giudicare i governi e le imprese che attentano alla vita del pianeta. Tra coloro che hanno confermato la presenza e la piena collaborazione alla Conferencia del Cambio Climático ci sono Perú, Colombia, Equador, Cile, Brasile, Venezuela, Argentina, Costa Rica, Guatemala, Messico, Honduras, Nicaragua, ma anche il Gran Consiglio dei Popoli nativi del Canada e degli Usa e diversi Paesi africani ed asiatici.
Il presidente boliviano Evo Morales ha anche annunciato che se l'Onu continuerà ad ignorare le denunce dei popoli, proporrà la creazione dell'Unidad de Pueblos Originarios y Obreros (Uno), una organizzazione internazionale alternativa alle agenzia dell'Onu che si occupano di difesa dell'ambiente.
Durante un incontro con le 6 Federaciones de Productores de la Hoja de Coca del Trópico de Cochabamba. Morales ha detto: «Dal 19 al 23 la Bolivia sarà la vetrina del mondo, perché avrà molta stampa internazionale e prima noi dovevamo pregare per avere accesso ai mezzi di comunicazione. Mai prima d'ora si era verificato un evento di questa grandezza, che unisce i movimenti sociali dei cinque continenti. Sono sicuro che con questo faremo la storia e questo non solo per la Bolivia, ma anche per l'America e, chi lo sa, per il mondo. Alla Conferenza mondiale assisteranno popoli indigeni dei cinque continenti per discutere dei problemi ambientali mondiali e conoscere iniziative alternative che affrontano il problema che colpisce l'umanità, dopo il fallimento della Conferenza di Copenhagen».
Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere il logo ufficiale della Cmpcc, molto diverso e molto più colorato di quella fredda palla blu elettrico e "tecnologica" del summit di Copenhagen. Grouxa spiega che «Il disegno è stato realizzato dalla Bolivia in qualità di organizztrice dell'evento. La composizione del logo, a parte l'esetica, cerca di illustrare tre messaggi particolari: 1) Il mondo visto dal Sud, come si vede nel planisfero, da una nuova prospettiva di quella che si ha tradizionalmente quando si rapporesenta il pianeta. Siamo abituati a vedere sopra l'America del nord e l'Europa; anche se sappiamo che nell'universo non ci sono alto e basso. Per questo nel logo della Cmpcc è alla rovescia, "Perchè no il Sud in alto e il Nord in basso?". Questo come simbolo di una visione molto diversa, di un nuovo approccio al pianeta. Le nuove prospettive possono sempre portare qualcosa. 2) Il secondo particolare è la presenza di un'indigena che sostieno sopra le sue spalle il mondo; come simbolo deio popoli del mondo, che si assumono la responsabilità di prendersi cura della terra. L'indígena, l'uomo comune, si prende carico con fermezza ed allo stesso tempo con molta attenzione del pianeta che porta sulle sue spalle. 3) Per ultimo, sullo sfondo si distingue una wiphala che è il simbolo dell'interculturalità dei popoli. Diversità di colori, diversità di culture, condividendo tutti lo stesso spazio per trovare una nuova direzione. Con tutti questi particolari la Conferenza è anche immagine, e quel che cerca è di inviare al mondo un messaggio solido, chiaro e forte, coerente a tutti i livelli, come si evidenzia nell'uso del suo logo».