
[19/04/2010] News toscana
FIRENZE. A guardarla dalle colline sopra la Piana sembra di vederla disegnata in terra, rossa come nelle immagini satellitari: è la linea di demarcazione tra il comune di Firenze e quello di Sesto fiorentino, visibile nella parte destra dell'immagine che delimita (in verde, a sinistra) l'attuale area di intervento urbanistico di Castello: a sinistra di essa siamo a Firenze, a destra si entra nel comune di Sesto e, più a sud, in quello di Campi Bisenzio.
E anche se in realtà la linea rossa non è certo disegnata sul terreno, e anche se essa può sembrare solo un banale confine amministrativo, in realtà quelle poche centinaia di metri di spezzata rappresentano uno dei fronti di scontro politico più determinanti di tutta la politica della Piana e della regione Toscana dei prossimi anni: il confine tra Firenze e Sesto passa infatti, come evidente dall'immagine, proprio lungo l'attuale pista dell'aeroporto di Peretola, pista riguardo alla quale è sempre più infuocato il dibattito per un diverso orientamento o comunque per una risistemazione.
Ma non di solo aeroporto si tratta: per i progetti riguardanti Peretola passano necessariamente anche le ipotesi di sviluppo della mobilità toscana della prossima amministrazione-Rossi, nel senso che investimenti importanti su Peretola significherebbero probabilmente l'abbandono dei progetti di integrazione con Pisa (ad esempio con un collegamento ferroviario veloce, sia pure arduo da realizzare come evidenziato da Irpet), e viceversa. E per i progetti su Peretola passano anche il dibattito sull'unificazione delle province di Firenze, Prato e Pistoia, quello riguardante il Parco della Piana, quello sulla mobilità nell'hinterland fiorentino e quello inerente alla realizzazione della cosiddetta "Unione dei comuni", cioè l'unificazione (per ora solo operativa, da realizzarsi attraverso la creazione di un consiglio sovracomunale unico - aggiuntivo e non sostitutivo agli organi attuali - e l'armonizzazione dei rispettivi Piani strutturali) delle municipalità di Sesto, Campi Bisenzio, Calenzano e Signa.
Un obiettivo sul quale però, così come è avvenuto per il Parco della Piana, si stanno addensando gli strali del centrodestra provinciale, che - riporta il "Corriere" di ieri - sotto il coordinamento del capogruppo provinciale Samuele Baldini e del neo-consigliere regionale (e coordinatore provinciale) Nicola Nascosti ha reso nota la propria opposizione al progetto della "Unione dei comuni". I motivi della presa di posizione del Pdl sono di matrice politico-amministrativa (è sostenuto infatti che la prevista assegnazione dei seggi nell'organo sovra comunale - 70% alla maggioranza, 30% alle opposizioni - non rispecchia l'effettiva suddivisione dei seggi nei consigli comunali), economica (si teme una contrazione dei finanziamenti pubblici verso i comuni a esclusivo vantaggio dell'ente di nuova creazione) e soprattutto legati alla questione dell'aeroporto, proprio - in sostanza - a causa di quella impalpabile linea rossa che è posizionata nel punto sbagliato, giusto in mezzo alla pista aeroportuale.
Secondo Nascosti, infatti, il dibattito sulla Città della Piana è sostanzialmente finalizzato a «mantenere equilibri interni al Pd, creando una forte opposizione a quelli che sono i desiderata di Palazzo Vecchio sulla Piana (..). L'importanza di un diverso orientamento della pista è stata sottolineata anche dall'Irpet, un ente più vicino al governo regionale di centrosinistra che non al Pdl: non possiamo permettere che lo sviluppo della provincia di Firenze e di tutta la Toscana venga subordinato alle discussioni interne al Pd locale».
Quindi secondo il centrodestra locale l'Unione dei comuni altro non è che uno strumento di diatriba partitica interno al Pd, finalizzato ad arginare lo strapotere di Firenze attraverso la creazione di una "massa critica" demografica (sarebbero 124.000 circa - dati Istat 2009 - gli abitanti della "Città della Piana", di fronte ai 370.000 di Firenze, i 50.000 di Scandicci, i 185.000 di Prato che è la seconda città toscana per dimensioni) e politica nella Piana. Ed è ovvio che in parte le affermazioni del Pdl locale corrispondono al vero: senza la diatriba dell'aeroporto è infatti alquanto probabile che il progetto per l'Unione dei comuni non sarebbe mai decollato, perché la conflittualità riguardo ai progetti per la Piana si è infiammata proprio riguardo ai progetti di sviluppo per Peretola. E, almeno secondo "La Nazione" di sabato, l'ipotesi pista-obliqua sarebbe quella che «piacerebbe alla Regione e alla Provincia» proprio perché ridurrebbe il disagio territoriale cui sarebbe sottoposto il comune di Sesto, anche se la messa in opera del progetto pista-obliqua comporterebbe l'eliminazione dello stagno di Peretola, area sì degradata ma comunque parte integrante del Sito di interesse comunitario (Sic) "Stagni della Piana", che comprende anche altre aree umide situate nelle vicinanze.
Quindi, ricapitolando: l'analisi pubblicata da Irpet (la cui relazione è stata seccamente contestata dal presidente provinciale Barducci e dall'assessore regionale uscente alle Infrastutture Conti) incentra le sue valutazioni su una pista parallela all'autostrada, che peraltro - va aggiunto - sembrerebbe anche la soluzione preferibile per il migliore assestamento del Parco della Piana, che così potrebbe "raggiungere" Firenze mentre oggi ne sarebbe quasi completamente separato a causa della pista aeroportuale. Regione e Provincia, almeno secondo "la Nazione", preferirebbero la pista obliqua, ma questo andrà chiarito meglio nei prossimi giorni quando i contenuti dello studio condotto dall'università saranno resi noti in dettaglio.
Ciò che è certo è che, sia che la situazione politico-amministrativa resti quella attuale, sia che si abbia la prevista evoluzione verso la "Città della Piana", comunque il fronte di scontro rimarrà assestato intorno a quella sottile linea rossa, che con la sua esistenza "trascina" dentro il dibattito sulla risistemazione dell'aeroporto anche quelli che oggi sono i "comuni minori" dell'hinterland fiorentino, e che domani potrebbero esserne invece il "terzo polo". E sarà certamente, quello descritto, uno dei punti determinanti dell'azione di governo dei prossimi anni da parte della Giunta-Rossi, a causa della già citate conseguenze a catena che essa ha in direzione di molte altre questioni territoriali e politiche di interesse regionale.