[20/04/2010] News toscana

Container dei veleni, il procuratore capo di Livorno in audizione alla Commissione parlamentare Rifiuti

LIVORNO. La vicenda del container dei veleni, quello che, la sera del 5 luglio, sarebbe stato scaricato dalla portacontainer Toscana nel tratto di mare tra l'Elba e Capraia, torna in Parlamento. Dopo le interpellanze, questa volta, a occuparsi delle indagini, è la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse alle attività dei rifiuti. Per far luce sul caso, il presidente della Commissione Gaetano Pecorella (Pdl), ha convocato in audizione, domani alle 8,30 a palazzo San Macuto, il procuratore capo della Procura della Repubblica di Livorno Francesco De Leo. L'appuntamento di domani a Roma, come confermato da De Leo, servirà per ripercorrere tutte le fasi delle indagini svolte fino ad oggi, con due fascoli aperti (uno sul container, un altro sulle rivelazioni del pentito Fonti) e illustrare tempi e modi delle ricerche che sono ancora in corso. Dopo la diffusione dei filmati dalla Capitaneria avvenuta la settimana scorsa, le operazioni di ispezione nei fondali marini, dovranno proseguire con il recupero e la verifica del contenuto del container.

L'iniziativa della Commissione, organismo che può disporre inchieste di pubblico interesse con gli stessi poteri e limiti dell'autorità giudiziaria (interrogare testimoni, effettuare perquisizioni etc ...), è arrivata dopo la conferma della presenza, a 120 metri di profondità, del manufatto, proprio nel punto in cui, lo scorso luglio, la nave ambientalista Thales aveva avvistato il presunto atto illecito. Una conferma che è arrivata a novembre grazie ai rilievi della nave del Nurc e poi, una decina di giorni fa, con le riprese sottomarine dalla Guardia Costiera effettuate su richiesta della Procura livornese.

Ora, la Commissione parlamentare, che da molti anni si occupa di fatti legati a presunti smaltimento di rifiuti in mare, ha deciso di vederci chiaro e verificare se il manufatto ritrovato contiene davvero rifiuti. «Non è escluso - hanno spiegato dalla Commissione - che con questo obiettivo, attraverso il ministero dell'Ambiente, si possa contribuire anche economicamente, a reperire le risorse necessarie per prelevare il manufatto».

 

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