
[20/04/2010] News
FIRENZE. Per Fulvio Conti (Nella foto), amministratore delegato di Enel il nucleare non è certo un problema. Tutta la sua filiera, dall'individuazione dei siti delle centrali, fino allo smaltimento delle scorie è di facile attuazione, come bere un bicchier d'acqua. Almeno questo è queI che si evince dall'intervista concessa a Giovanni Minoli (andrà in onda su Rai Educational mercoledì 21 aprile su Rai Due alle 23.30) «Il nucleare non mi preoccupa. Mi baso sull'esperienza di tanti Paesi che la usano da sempre, sui fatti scientifici che ne comprovano l'assoluta sicurezza».
Alcune difficoltà (superabili per Conti) ci sono nell'identificazione dei siti in grado di ospitare le centrali: «un Paese dove, dal punto di vista dei terremoti, dei rischi idrogeologici, trovare un centimetro quadrato d'Italia che non sia a rischio, non è semplice. Aree adatte ce ne sono e comunque teniamo conto che, anche in situazioni di estrema sismicità, come ad esempio in Giappone, è provato che le moderne centrali nucleari vengono costruite con criteri così rigorosi che possono resistere a qualsiasi tipo di scossa». Intanto però non emerge ancora nulla sulla mappa dei siti ma l'amministratore di Enel non pare preoccupato.
«Ci aspettiamo che l'Agenzia per la Sicurezza, elemento fondamentale per portare avanti il programma nucleare italiano, venga costituita entro breve: all'inizio del 2011 arriverà l'approvazione del progetto. Nel 2013 l'apertura del cantiere; tra il 2019 e il 2020, l'entrata in esercizio della prima centrale. Da quel momento - sottolinea Conti - ogni 18 mesi saremo in condizioni di aprire una nuova centrale».
Per quanto riguarda i tempi per la produzione di energia Conti ribadisce: «per essere prudenti, diciamo a partire dall'inizio del 2020». Massimo ottimismo quindi e i dubbi sull'efficienza della tecnologia francese a cui ci siamo completamente affidati sembrano non sfiorare l'amministratore delegato di Enel, che non vede nemmeno un problema scorie: «non esiste. Basti pensare che una centrale come quella che vogliamo fabbricare e costruire qui in Italia, ci mette sette anni di funzionamento per riempire un container di scorie, di rifiuti potenzialmente radioattivi. E' un problema assolutamente gestibile». Per essere fermi da molti anni su questa tecnologia per la produzione di energia, abbiamo comunque l'aria da primi della classe!