[23/04/2010] News

Ai trentenni non piace il nucleare made in Italy. Il 68% degli italiani per nulla o poco favorevole all'atomo

ROMA. Erano nati da poco quando 24 anni fa, il 26 aprile, la centrale sovietica di Chernobyl seminò morte e distruzione nucleare e avvelenò l'Europa di radiazioni e paura, svelando il volto nascosto del nucleare, ma oggi i trentenni italiani sono contrari al nucleare. Almeno a quanto risulta da un sondaggio realizzato da Lorien per Legambiente e che uscirà sul prossimo numero di La Nuova Ecologia.

Alla domanda "Quanto sarebbe d'accordo con una politica di investimento dello sviluppo nucleare in Italia?" il 50,7% degli intervistati di età compresa tra i 25 e i 35 anni risponde, infatti, "per nulla". E addirittura il 62,2% di loro si dichiara del tutto sfavorevole all'idea di veder realizzata una centrale nucleare nella propria Regione.

«I figli degli anni 80, insomma, non condividono l'idea del rilancio dell'energia atomica annunciata dal governo - dice Legambiente - nonostante la maggior parte di loro non abbia vissuto l'emozione della tragedia nella centrale nucleare dell'ex Unione Sovietica».

Non va meglio per l'atomo made in Italy (ma su brevetto made in France) nelle altre fasce di età, visto che il 68% di tutti gli intervistati si dichiara per nulla o poco favorevole al ritorno del nucleare in Italia».

Per il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente «Sul nucleare pulito e sull'atomo sicuro ci stanno raccontando solo balle -. E' importante che i cittadini, e in particolare i giovani, ne siano consapevoli e che conoscano i rischi reali che la presenza di una nuova centrale atomica sul territorio può comportare. Per non parlare di tutti i problemi ancora insoluti dall'ultima tecnologia, a cominciare dai suoi costi esorbitanti e dallo smaltimento delle scorie radioattive».

Ecco perché, per aumentare questa consapevolezza, Legambiente scenderà in piazza il 24, 25 e 26 aprile all'insegna di Liberiamo l'Italia dal nucleare! Per non dimenticare il terribile incidente di Cernobyl, «per dire ancora una volta che il nucleare non è sicuro, non garantirà all'Italia il rispetto degli accordi internazionali sui cambiamenti climatici, non ridurrà la bolletta energetica degli italiani né le importazioni di combustibili fossili».

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