[03/05/2010] News

Nasce l'autostrada del mare dell'Adriatico: qualche dubbio, tante preoccupazioni (sul Tirreno)

LIVORNO. Sulle banchine portuali dell'Alto Tirreno si storce la bocca, si evidenziano debolezze e rischi, si allude alla dubbia sostenibilità economica dell'impresa una volta esauriti i finanziamenti ottenuti dall'Europa. Ma c'è anche tanta preoccupazione e autocritica perché in Adriatico hanno saputo innovare e realizzare un progetto che rispecchiava le ambizione europee di creare un green corridor tra il vecchio continente e l'Africa.

Stiamo parlando del nuovo collegamento (merci più passeggeri) che dal 20 maggio sarà aperto tra Alessandria d'Egitto, Venezia e Tartous, in Siria. Sulla nuova rotta sarà impiegata la nave Visemar One, in grado di trasportare 200 camion, 80 autovetture e 400 passeggeri alla velocità di 24 nodi. Il nuovo servizio ro-pax della Visemar Line, che collegherà con frequenza settimanale Venezia con Tartous (Siria) in 68 ore ed Alessandria (Egitto) in 60 ore.

La nuova autostrada del mare rientra nei progetti di mobilità sostenibile tanto cari all'Europa e tanto rari in Italia, anche perché la L'autorità portuale di Veneziaha presentato un servizio che prenderà il via contestualmente e che prevede treni blocco bisettimanali da Milano e 5 nuove chiatte fluvio-marittime portacontainer che sfruttando i tratti navigabili del Po giungeranno all'interno del porto di Venezia da dove potranno essere imbarcato sulle navi dirette in Africa.

Come per ogni cosa, anche in questo caso non è sostenibile tutto ciò che è verde. Il nuovo collegamento infatti - più che migliorare e rendere più efficienti e sostenibili traffici esistenti - punta a crearne di nuovi. In particolare per quanto riguarda l'ortofrutta che dall'Egitto e dal Medio Oriente sbarcherà sui mercati continentali europei. Che non è il massimo dal punto di vista della sostenibilità e della filiera corta, ma certo è la regola in modo globalizzato e dove giustamente vige il libero scambio.

C'è poi un altro problema, subito evidenziato dai marittimi dei porti tirrenici, pronti a cogliere eventuali (e auspicati) punti deboli, raccolti da Shippingonline.it: Giovanni Bandini, responsabile marketing di Tarros, attacca: «vedremo se questa nuova linea reggerà anche fuori stagione, perché il periodo dell'ortofrutta dall'Egitto sta finendo». Gli fa eco Roberto Merello, area manager per il Mediterraneo di Ignazio Messina, che si chiede come verrà riempita la tratta di ritorno, visto che la frutta viaggia solamente da sud verso nord.

Non sono questioni di lana caprina, ne va della sostenibilità ambientale dell'intero progetto, ma in mancanza di sistemi di contabilità ambientale oggi possiamo comunque plaudere la progetto: prima di tutto perché se i finanziamenti europei fossero stati finalizzati esclusivamente ad attivare l'import di ortofrutta dal medio oriente, senza criteri di sostenibilità, probabilmente oggi avremmo nuovi collegamenti aerei molto più impattanti. Inoltre non è detto che un'autostrada del mare pensata essenzialmente per un settore, non possa diventare un'opportunità di sviluppo per altri tipi di merce che magari già viaggiano da nord a sud  e viceversa utilizzando altri mezzi.

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