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[06/05/2010] News
GROSSETO. E' possibile recuperare metalli dalle scorie d'incenerimento dei rifiuti urbani e ridurre i quantitativi da conferire in discarica. A dirlo è un rapporto realizzato, per conto di CiAl e Federambiente, dal Dipartimento di ingegneria idraulica, ambientale, infrastrutture viarie, e rilevamento (Diiar) del Politecnico di Milano.
Il recupero e la valorizzazione dei materiali presenti nelle scorie (ceneri pesanti) derivate dai processi di termovalorizzazione dei rifiuti, è una delle opzioni che negli ultimi anni- si dice nel rapporto- grazie anche alle interessanti esperienze fatte nel nostro Paese e alla continua evoluzione tecnologica, riveste un ruolo strategico per ridurre drasticamente lo smaltimento finale in discarica garantendo al contempo crescenti quantità di materiali riciclabili. Oltre all'estrazione dell'alluminio e degli altri metalli, la tecnologia per il trattamento delle scorie permette infatti di riutilizzarle integralmente per produrre calcestruzzo destinato ad impieghi nell'edilizia pubblica e privata. Una opportunità che offre il duplice vantaggio di ridurre i quantitativi di rifiuti da smaltire e di quelli vergini da utilizzare.
Lo studio è partito su input del consorzio di riciclaggio dell'alluminio, Cial, nel ricercare le opportunità di recupero di questo metallo, ma la partecipazione alla ricerca e il contributo di Federambiente hanno esteso il campo al complesso dei materiali recuperabili fornendo così un contributo allo studio della "chiusura del ciclo" del processo di incenerimento.
Lo studio evidenzia che già con tecnologie convenzionali è possibile il recupero di circa il 50% dell'alluminio contenuto nelle ceneri pesanti, ma il ricorso a tecnologie innovative più spinte può permettere di raggiungere il 70-80%.
Già con le tecnologie di recupero attualmente esistenti, secondo i due scenari evolutivi ritenuti più probabili, i quantitativi di alluminio recuperabili dalle scorie degli impianti di incenerimento sono compresi tra 16 e 21 mila tonnellate nel 2015 e tra 19 e 28 mila nel 2020. Quantitativi fortemente condizionati dall'effettivo sviluppo dell'impiantistica di incenerimento ad oggi prevista in questo scenario temporale.
Lo studio ha realizzato poi una analisi del ciclo di vita (Lca) per valutare quali sarebbero i benefici dal punto di vista energetico-ambientale che si avrebbero adottando questo tipo di recupero. E anche in questo caso i risultati sono decisamente interessanti. Il trattamento di una tonnellata di ceneri pesanti finalizzato al recupero dei materiali in esse contenuti, confrontato con gli impatti associati alla stessa quantità prodotta a partire da materia vergine, comporta infatti un beneficio energetico medio pari a 2.926 MJ eq. ed un beneficio in termini di emissioni di gas serra evitate pari a 186 kg CO2 eq. A questo va aggiunto poi il vantaggio derivante dal mancato smaltimento in discarica delle ceneri pesanti: i benefici ottenuti salgono allora, rispettivamente a 3.249 MJ eq. e 198 kg CO2 eq.
Valori che si riferiscono essenzialmente al solo recupero delle frazioni metalliche, dato che il recupero degli inerti da queste scorie (valutato sia per utilizzi in cementifici che come sottofondi stradali) fornisce un contributo trascurabile.
«Questo studio rappresenta un importante passo avanti sulla strada della chiusura del ciclo del recupero di energia dai rifiuti urbani.- ha dichiarato Gianluca Cencia, direttore generale di Federambiente- Le importanti quantità di alluminio e altri metalli, e ancor più d'inerti, che possono essere sottratte alle scorie di combustione e avviate a nuovo utilizzo possono consentire di realizzare consistenti risparmi di materie prime permettendo, al tempo stesso, d'azzerare o quasi il ricorso alla discarica per lo smaltimento finale delle scorie stesse».
E infatti è «Zero discarica, 100% recupero lo slogan coniato da Cial - ha sottolineato il direttore del consorzio Gino Schiona - che ben sintetizza la visione d'un sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani in grado di minimizzare, se non addirittura eliminare, lo smaltimento in discarica al termine dei vari processi di raccolta, trattamento, recupero e riciclaggio, valorizzando, quindi, anche le scorie post combustione che ancora oggi vanno a finire in discarica».
Il problema è l'arretratezza del nostro paese anche in questo comparto, rispetto i paesi europei più avanzati, a causa della scarsa dotazione impiantistica attualmente installata. In Italia viene recuperato solamente il 20% delle scorie prodotte e gli impianti più innovativi sono attualmente indirizzati al riutilizzo delle ceneri pesanti nella realizzazione di sottofondi stradali o come additivo per calcestruzzo. Lo studio del politecnico di Milano tuttavia mette in evidenza che vi sono in fase di avviamento numerose iniziative, e due interessanti esperienze di recupero delle ceneri esperienze sono state presentate proprio in occasione della presentazione della ricerca da Marco Boldrini (Ecodeco, Gruppo A2A) e Pier Francesco Barberio (B.S.B. Prefabbricati).