[05/08/2009] News toscana

Le dune di Lacona nel repertorio nazionale degli interventi di ripristino dell’Ispra

CAPOLIVERI (Livorno). L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'ente nel quale il governo ha riunito le competenze di Arpa, Icram e Infs,  ha inserito le dune costiere di Lacona, una località dell'isola d'Elba nel comune di Capoliveri, nel "Repertorio nazionale degli interventi di ripristino".   

«La decisione - dicono a Legambiente Arcipelago Toscano - premia gli sforzi del parco nazionale dell'Arcipelago Toscano che ha avviato da tempo una collaborazione con l'Ispra per arrivare ad una maggiore tutela delle dune di Lacona, l'ultimo sistema dunale ancora consistente presente nell'Arcipelago. Come ambientalisti non possiamo che essere soddisfatti: questo riconoscimento della necessità di urgenti interventi di ripristino riconosce che gli allarmi lanciati nel passato per abusi, privatizzazione e abbandono era reali. Ora speriamo che il governo agisca di conseguenza, dando al parco ed al comune di Capoliveri i fondi e gli strumenti necessari per recuperare le dune ed impedirne l'ulteriore degrado»

Le dune di Lacona si estendono su circa 1.200 metri di lunghezza e su un'area di 33.000 m2 e chiudono il golfo di Lacona, il più profondo dell'Elba (circa 3 km), che la scheda Ispra definisce «molto ampio ed aperto ai venti meridionali, è situato nella parte sud-orientale dell'isola, tra il massiccio di Fonza a destra e la penisola di Capo Stella a sinistra. È circondato da coste scoscese, coperte da vegetazione, e protegge in fondo due spiagge sabbiose: quella ad ovest, piuttosto piccola e poco frequentata; quella ad est, lunga più di 1000 m, è la spiaggia più grande del territorio capoliverese, molto frequentata e circondata da numerose costruzioni».

L'Ispra evidenzia nella scheda che «Solo a Lacona è ancora presente la tipica vegetazione dei depositi sabbiosi costieri, formata in prevalenza da Salsola kali (salsola soda) e Cakile maritima (rughetta di mare), molto impoverita per la scarsa estensione dell'habitat, fortemente ridotto e danneggiato del disturbo antropico. In tutto l'arcipelago toscano, anche la tipica vegetazione dunale è ormai presente solo nel Golfo di

Lacona, contraddistinta dalla presenza di Echinophora spinosae, Elymetum farctii, Otanthus maritimus, Matthiola situata, Cistus creticus e Cistus salvifolius. Queste associazioni vegetali si presentano ormai frammentarie e floristicamente impoverite. Le dune fisse di Lacona, ancora in un buono stato di conservazione, conservano fitocenosi che con molta probabilità non si ritrovano in altre parti dell'arcipelago toscano e che caratterizzano gli habitat "Dune stabilizzate mediterranee con vegetazione del Crucianellion maritimae" (Codice Natura 2000: 2210; Codice Corine: 16.223) e "Dune con pratelli delle Malcolmietalia" (Codice Natura 2000: 2230; Codice Corine: 16.228). Sono presenti Pycnocomon rutifolii, Crucianella marittima, Malcolmia ramosissima, Cyperus capitatus (zigolo delle sabbie), Pancratium maritimum (giglio di mare) e Vitex agnus-castus nel retroduna».

Dal punto di vista geomorfologico la spiaggia di Lacona «rappresenta un ambiente costiero dove, nella loro completezza, i fenomeni di trasporto, sedimentazione ed erosione hanno interagito in modo pressoché equivalente, così da determinare una situazione di relativa stabilità, tendente ad un leggero avanzamento. Lungo le aree pianeggianti del Golfo di Lacona, i depositi sedimentari, di un certo sviluppo, sono costituiti prevalentemente da sabbie e sabbie grossolane, con ridotte lenti di ghiaie. Nelle zone di retrospiaggia, sono frequenti i cordoni dunari olocenici, con presenza di limi sporadicamente intercalati da sedimenti palustri, attualmente stabilizzati dalla vegetazione e intensamente antropizzati. Si ritiene che l'abbondanza di questi depositi sia stata favorita dalla intensa deforestazione che ha interessato l'isola, almeno sin dai tempi protostorici e che ha determinato l'instaurarsi di ripetute dinamiche di erosione dei suoli e di dilavamento dei versanti». L'area è caratterizzata da un clima arido va da metà aprile a settembre, mentre tra gli altri mesi sono temperati e «nessuno ricade tra i "freddi", i "gelidi" e i "caldi e umidi"».

L'Ispra evidenzia le motivazioni dell'inclusione delle dune nel "Repertorio nazionale degli interventi di ripristino": «Il sito costituisce uno dei sempre più rari tratti significativi di costa sabbiosa dell'isola, con elevata antropizzazione e con dinamismo vegetazionale fortemente condizionato dal turismo balneare, in particolare, quello del sistema dunale, disturbato dalla massiccia presenza di turisti in primavera ed estate, dai recinti dei vari campeggi o da banalissime recinzioni, spesso semi divelte, che presidiano spazi privati e che tagliano in pieno le aree più preziose dal punto di vista naturalistico».

Gli obiettivi che si pone l'Ispra sono: «Mantenimento dei pochi livelli di naturalità rimasti, preservando l'habitat dunale attraverso l'acquisto dei terreni venduti all'asta nel maggio del 2001 per 510 milioni di lire e, in accordo con precise indicazioni del ministero dell'ambiente, all'attivazione di procedure tese all'abbattimento di alcuni manufatti abusivi presenti in tali terreni».

 

L'Ispra ricorda che «Ancora nel 2007, sulla sua rivista La Nuova Ecolologia, Legambiente denunciava la "libera" vendita su Internet di circa 5.000 m2 di spiaggia e duna, "con possibilità di concessione per ombrelloni, sdraio e pedalò", e quasi altrettanti di parcheggio, oltre ad una grotta di 100 m2, con annesso resede di 150 m2 di sabbia, a 8 metri dal mare e considerata "geosito di grande importanza"» e ricorda le azoni di sensibilizzazione e informazione già in atto localmente: «Progetto di educazione ambientale promosso da Legambiente sulle dune di Lacona a favore degli alunni delle classi della scuola elementare per "la conoscenza dei vari ambienti del territorio, campagna, bosco e spiaggia". Giornate dedicate alla pulizia degli arenili naturali e delle dune, organizzate dal Wwf Toscana e dall'ente parco nazionale dell'Arcipelago toscano, con il coinvolgimento del Comune di Capoliveri, della Caput Liberum e della Protezione civile».

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