[12/05/2010] News

Accordo nucleare-petrolifero tra Russia e Turchia

LIVORNO. In occasione della visita del presidente russo Dmitri Medvedev in Turchia, Mosca ed Ankara hanno firmato oggi un accordo di cooperazione per la realizzazione di una centrale nucleare ad Akkuyu, la prima della Turchia, uno dei Paesi a maggior rischio sismico del mondo. La firma di Medvedev e del premier turco Recep Tayyip Erdogan mette fine all'intricata vicenda del bando internazionale lanciato dalla Turchia nel 2008 ed al quale hanno partecipato 14 imprese nucleari di tutto il mondo. Dopo una serie interminabile di pasticci procedurali, esclusioni sospette e marce indietro, il governo turco il 19 giugno 2009 aveva dato il via libera alla proposta di un consorzio russo-turco del quale fanno parte i russi di Atomstroyexport, Inter Rao Ess e l'impresa turca Park Teknik, che era praticamente l'unica rimasta sul campo.

Russia e Turchia stanno anche esaminando la concreta possibilità di costruire una raffineria petrolifera a Ceyhan, nell'ambito della realizzazione dell'oleodotto transnazionale Samsun-Ceyhan: Medvedev ha detto che i due governi si sono accordati sul «suo sviluppo con la possibilità di costruire una raffineria di petrolio a Ceyhan e, piò darsi, sulla vendita congiunta dei prodotti finiti».

L'oleodotto collegherà il porto turco di Samsun sul Mar Nero a quello di Ceyhan nel Mediterraneo sud-orientale, permettendo così di evitare il passaggio dagli stretti del Bosforo e dei Dardanelli che sono diventate delle vere e proprie forche caudine per la flotta di petroliere che si abbevera in Russia del petrolio dell'Asia centrale. La tubazione sarà lunga Le rendement 555 km e trasportera 1,5 milioni di barili di petrolio al giorno.

Il 19 ottobre 2009, a Milano, l'Eni aveva firmato insieme alla turca Calik Holding ed alle russe Transneft e Rosneft un protocollo d'intesa sul progetto Samsun-Ceyhan ed anche un altro colosso petrolifero russo, la Lukoil aveva manifestato il suo interesse per il progetto che dovrebbe costare un miliardo e mezzo di dollari.

Secondo Erdogan «Quanto all'esportazione di petrolio e gas verso la Turchia, la Russia coprirà il 70% dei nostri bisogni di queste materie energetiche. Le due parti stanno sviluppando degli sforzi energici in vista di realizzare questo progetto».

Medevedev ha risposto nella conferenza stampa congiunta che ha tenuto insieme al presidente turco Abdullah Gül che «Le prospettive della nostra collaborazione economica sono buone. Malgrado la crisi finanziaria dell'anno scorso, il volume dei nostri scambi si riprende velocemente. Durante i due primi mesi dell'anno in corso è aumentato di un terzo. Se proseguiremo allo stesso ritmo, entro la fine dell'anno dovremmo raggiungere la stessa cifra del 2008. Il nostro obiettivio ambizioso è quello di triplicare questo volume. 100 miliardi di dollari. Questa cifra sembra inconcepibile, ma questo progetto che Gül ha evocato è davvero realizzabile. La sua attuazione servirà di esempio a tutta l'Europa».

Turchia e Russia dovranno lavorare molto e forse nucleare ed idrocarburi non basteranno: nel 2009 gli scambi commerciali tra i due Paesi sono calati del 40%, precipitando a 19,6 miliardi di dollari. Senza contare che tra i due Paesi resta l'incognita armena, la diversa collocazione internazionale e, soprattutto, la tentazione di Ankara di giocare su diversi tavoli energetici, a cominciare dal gasdotto Nabucco che i russi vedono come il fumo negli occhi.

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