[13/05/2010] News

Wwf, Greenpeace, Terra!: Libri sì, ma realizzati su una filiera della carta responsabile

FIRENZE. Si è aperto oggi il Salone internazionale del libro di Torino e le associazioni ambientaliste Wwf, Greenpeace e Terra! tornano all'attacco: denunciano le responsabilità di una parte dell'editoria italiana per la distruzione delle ultime foreste torbiere del Sud Est Asiatico. L'espansione delle piantagioni industriali per la produzione di polpa di cellulosa, minaccia le foreste di Sumatra (quest'area da sola conserva più di due miliardi di tonnellate di carbonio svolgendo un'azione chiave nella mitigazione del cambiamento climatico) e spinge verso l'estinzione alcune specie come l'orango, la tigre e il rinoceronte. Tra i principali responsabili di questo scempio ambientale la multinazionale App (Asia pulp & paper) che dagli anni '80, pare abbia abbattuto un milione di ettari di foreste naturali nella sola isola di Sumatra. «Le ricerche di Terra! hanno evidenziato una aggressiva campagna di penetrazione della App nel mercato italiano - ha dichiarato Sergio Baffoni, responsabile Campagna Foreste di Terra! - Se la App continua ad aumentare le vendite, convertirà nuove foreste pluviali in piantagioni per rifornire le sue cartiere in Indonesia e Cina, già a corto di fibre. Siamo certi che quando capiranno gli impatti di questa impresa, le imprese italiane rifiuteranno i prodotti della App».

In base ad un'indagine condotta da Greenpeace, risulta che il 75% delle case editrici italiane non conosce, né controlla l'origine della carta utilizzata per la produzione dei propri libri. Non pone quindi attenzione alla filiera di produzione e questa è comunque una responsabilità oggettiva in un sistema globalizzato. «Non è accettabile che la maggior parte degli editori italiani non sia in grado di garantirci che i libri che acquistiamo non provengono dalla distruzione di una foresta pluviale -  ha ribadito Chiara Campione, responsabile della campagna foreste di Greenpeace Italia - Se queste aziende non metteranno in atto delle politiche di acquisto atte a escludere carta proveniente dalla deforestazione nei propri libri, si renderanno corresponsabili di un disastro ambientale». Una strada diversa è possibile: innanzi tutto rivolgendosi al mercato della carta riciclata dal quale si ottengono ormai prodotti di qualità oppure utilizzando almeno carta certificata Fsc: alcune case editrici italiane come Bompiani, Fandango e Hacca hanno optato per queste due strade. «Le chiacchiere stanno a zero sono i fatti e gli impegni concreti che contano - ha sottolineato Massimiliano Rocco, responsabile Traffic, Specie e Timber Trade del Wwf Italia - il nostro mondo produttivo ora ha gli elementi e le informazioni per agire, faccia scelte responsabili acquistando solo prodotti certificati di chiara origine, evitando di fare profitti ai danni del nostro pianeta, partecipando per i loro interessi alla devastazione di quegli ambienti unici che una volta persi lo sono per sempre».

Le tre associazioni Greenpeace, Wwf e Terra! invitano il mondo dell'editoria a un tavolo di confronto per la promozione di una filiera della carta responsabile.

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